Sanità

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ROMA - Nel 2023 ci sono stati 18 milioni di accessi nei pronto soccorso italiani con un aumento del 6% rispetto al 2022, il 68% ossia circa 4 milioni si possono ritenere impropri: si tratta cioè di accessi in codice bianco e verde alla visita medica, con l'esclusione di traumi, e giunti in pronto soccorso in modo autonomo o inviati dal medico di famiglia, nei giorni feriali e festivi e in orari diurni, con dimissione al domicilio o a strutture ambulatoriali. Questi alcuni dei principali dati presentati dall'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) in occasione dell'evento 'Accessi in Pronto Soccorso e Implementazione DM 77/2022 per una migliore presa in carico dei pazienti'.

Sono 3,4 milioni i cittadini (pari al 5,8% della popolazione) che non sono in grado di raggiungere le strutture di pronto soccorso entro 30 minuti. I più penalizzati sono particolare i residenti delle aree interne della Valle d’Aosta, Basilicata, Trentino Alto Adige, Calabria e Sardegna. Ma c‘è anche chi ci mette più di un‘ora per arrivare in Pronto soccorso: 86mila cittadini residenti sempre in Valle d’Aosta e Basilicata. Una fetta di popolazione che potrebbe essere decisamente ridotta con l‘implementazione del Dm 77/2022, e quindi con la presa in carico nelle nuove strutture previste dal Pnrr (Case di Comunità, Cau, etc) come dimostrano le esperienze realizzate in alcune regioni.

I codici bianchi a livello nazionale in media aspettano 164 minuti, mentre i verdi hanno una permanenza in pronto soccorso di 229 minuti.