Sanità

Il governatore ieri era a Roma per un incontro col ministro
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GENOVA - "Abbiamo chiesto al ministro Schillaci di intervenire per dare maggiore flessibilità al sistema pubblico della sanità. Servono più risorse e regole che consentano di spenderle correttamente, di rendere il sistema più libero, più competitivo e meno appiattito, meno sindacalizzato".

Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti commentando l'incontro di ieri a Roma con il ministro della Salute Orazio Schillaci. "È stato un incontro costruttivo: in conferenza delle Regioni la sanità è tema di discussione - ha detto Toti - Abbiamo ribadito l'unicità di Regione Liguria, trattandosi oggi ufficialmente della regione più vecchia d'Europa con 51 anni di età media e come noto da letteratura scientifica di Agenas, Aifa e dell'istituto superiore di sanità, l'anzianità della popolazione è il primo moltiplicatore dei bisogni di cure e quindi abbiamo chiesto di tenere conto di questo nel riparto che il Ministero manderà alla conferenza delle regioni, su cui poi comincerà il solito lungo dibattito".

"La norma che Regione Liguria ha fatto come prima regione in Italia, che consente ai medici pubblici di lavorare anche in modo straordinario nelle strutture private accreditate o le norme che vorremmo proporre sugli accreditamenti provvisori per autocertificazione per le strutture private, in modo da aumentare l'offerta - ha detto Toti parlando di flessibilità - sono tutti spunti che abbiamo lasciato al ministro, che è ben consapevole del problema che è europeo. Basta vedere i dati sul sistema di allerta inglese che ha lista di attese assai più lunghe di quelle del nostro Paese. Abbiamo colto l'occasione per rivendicare il grande ruolo svolto da Regione Liguria, al di là delle menzogne che l'opposizione spande a piene mani per propaganda o magari ignoranza pura del fenomeno, visto il poco impegno che ci mettono, è una regione che è tra le prime 6 nei livelli di assistenza sia ospedaliera che territoriale".

Per quanto riguarda la prevenzione, Toti ha sottolineato che "anche se i dati non sono stati ancora registrati del tutto, cresceremo anche su quello. Sui livelli essenziali di assistenza ospedaliera siamo la regione che è cresciuta di più in Italia. Nel Nord Italia, siamo superiori al Piemonte e Valle D'Aosta per qualità di assistenza fornita ai cittadini. Quindi tra mille difficoltà credo si vada nella giusta direzione, lo dimostrano le 1.500 assunzioni dell'anno scorso e il fatto che Regione Liguria sia la terza in Italia per numero di medici per cittadini e numero d'infermieri per cittadini e credo questo vada riconosciuto".

Per quanto riguarda il disavanzo della sanità ligure Toti ha respinto le accuse dell'opposizione. "Stiamo lavorando con tutti i direttori - ha detto Toti -, il disavanzo della sanità c'è ogni anno e deriva dai conti delle aziende sanitarie che hanno una loro autonomia e hanno anche un bilancio assai complesso da rendicontare nelle cifre, quindi anche lo scorso anno c'era un disavanzo maggiore che poi si è ridotto. Quello che posso dire è che Regione Liguria, a differenza di quando governava la sinistra, che per due volte è andata in piano di rientro e ha dovuto fare poi una finta vendita a se stessa di immobili per oltre 100 milioni di euro - ha detto Toti -, ha un bilancio solido che ci consente di continuare a investire in sanità come abbiamo fatto, anche di più di quanto ci passa lo Stato e al tempo stesso di continuare il lavoro di allargamento dell'offerta attraverso i bandi di gara che si chiuderanno per la diagnostica d'immagine già questa settimana e per le specialità chirurgo-mediche in primavera. Quindi da questo punto di vista siamo ragionevolmente tranquilli".

Il governatore ligure respinge le accuse sulla spesa: "Il fatto che le aziende abbiano speso molto quest'anno in sanità é il contrario di quello sostenuto dall'opposizione, ossia che Regione Liguria continua ad investire nel sistema pubblico mettendo anche risorse proprie e non solo quelle del fondo sanitario nazionale. Quindi - conclude Toti - chi urla alla privatizzazione della sanità e soprattutto alla necessità di assumere il nostro mancato impegno di investimenti in sanità, dovrebbe, visti i numeri fare un esame di coscienza e chiedere scusa".

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