Sanità

La domanda è: i medici di famiglia liguri prescrivono troppi esami e visite?
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GENOVA - Più appropriatezza nella prescrizione, maggiore attenzione alla classe di priorità e agli esami maggiormente prescritti. Sono questi i punti chiave del gruppo di lavoro sulle liste d'attesa che coinvolge i medici di medicina generale, i pediatri, l'ordine dei medici, Liguria Digitale, Alisa e la Regione, con l'obiettivo di migliorare il sistema.

Molti esami che vengono prescritti sono inappropriati e dopo il Covid la situazione è peggiorata con un numero di richieste per esami e visite notevolmente aumentato. Il problema è noto e discusso da anni, ma al momento non ha ancora trovato una soluzione.

La domanda è: i medici di famiglia liguri prescrivono troppi esami e visite? Per dare una risposta Regione Liguria ha voluto realizzare un tavolo che ha come primo obiettivo quello di fotografare la situazione attuale capendo in quali zone della Liguria si prescrivono più esami, se esistono dei medici che prescrivo più di altri, e se sì quali esami, analizzare se l'attribuzione della priorità può essere ottimizzata.

Una volta ottenuti i risultati si lavorerà per uniformare la modalità di prescrizione e per cercare di migliorare i tempi di esecuzione degli esami e delle visite, soprattutto dopo il Covid, che si scontrano con una carenza di offerta dovuta a molteplici cause, prima fra tutte la diminuzione del numero di specialisti.

"Il tema dell'appropriatezza prescrittiva è uno degli argomenti sul tavolo per combattere le liste d'attesa - sottolinea l'assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola -  Siamo convinti che, attraverso un costruttivo confronto con i medici di medicina generale, si possa uniformare e rendere più aderente alle linee guida l'approccio alle prescrizioni".

La sanità, si legge spesso, non è una catena di montaggio. Diversi sono fattori che influiscono sulle liste d'attesa come la diversa organizzazione degli ospedali, l'offerta sanitaria che non sempre è omogenea, il ruolo delle strutture private e della libera professione nelle strutture pubbliche ma anche imprevisti per esempio tecnici o informatici o emergenze che possono rallentare il sistema.

I tempi di attesa è ovvio si allungano quando le richieste superano le disponibilità. Semplificando per incidere sui tempi di attesa bisogna intervenire sulla domanda, quindi sulle prescrizioni di esami e visite fatte dai medici di famiglia o dai medici ospedalieri, oppure sull’offerta, garantendo più prestazioni.

Sull'aumento dell'offerta non è d'accordo il ministro della salute Orazio Schillaci che ne ha parlato con il presidente Giovanni Toti e l'assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola durante la sua visita a inizio febbraio a Sanremo: "Sulle liste d'attesa bisogna fare un'operazione che non è soltanto economica, non basta mettere soldi per fare si che vengano abbattute: bisogna razionalizzare e cercare l'appropriatezza, siamo nel terzo Millennio e ci vuole una visione diversa della sanità pubblica, nell'interesse dei malati".

"Ci sono tante persone che fanno esami inutili e ci sono persone che stanno male e aspettano un sacco di tempo per fare un esame importante - ha proseguito Schillaci - io credo che ci voglia un modello di organizzazione diverso".

Il ministro Schillaci all'ospedale Borea con Toti: "Liste d'attesa? Razionalizzazione"


"Per stabilire se un medico è un iperprescrittore o un ipoprescrittore bisognerebbe considerare in base alla patologia di quanti esami avrebbe bisogno il paziente - spiega a Primocanale Andrea Stimamiglio segretario regionale federazione medici di medicina generale (FIMMG) - quindi in questo modo si capirebbe il reale bisogno medio di esami della popolazione ligure e a qual punto anche chi prescrive di più e chi prescrive di meno perchè anche questo non va bene e bisognerebbe aprire tavoli discussione anche per questi ultimi".

Ogni giorno poi diversi pazienti tornano negli studi medici per far cambiare il codice di priorità sulle impegnative a confermarlo è lo stesso Stimamiglio: "Ci troviamo ad affrontare le richiestee di pazienti che non trovano posti per fare esami con priorità assegnata e per cui ci chiedono di dare una priorità breve in modo da trovare posto e spesso per tutelare i pazienti più anziani e fragili noi accettiamo e facciamo una nuova richiesta, ci sentiamo obbligati per tutelare la loro salute e cercare di evitare che rinunci all'esame magari fissato in una località lontana dall'abitazione".

"Oltre a partecipare attivamente al progetto - spiega Alessandro Bonsignore presidente ordine dei medici - abbiamo voluto ospitare nella nostra sede genovese il lancio dello stesso perché la carenza di farmaci e l’appropriatezza prescrittiva rappresentano aspetti di primario interesse dell’ente, vuoi a tutela dei cittadini (che necessitano di ricevere informazioni corrette e di essere facilitati nell’accesso ai farmaci), vuoi per i medici che devono poter conoscere in tempo reale eventuali criticità per non prescrivere farmaci poi irreperibili per il cittadino. Il progetto, peraltro, dimostra - ancora una volta - come una sinergia tra istituzioni e stakeholder, oggi molto forte in Liguria, rappresenti l’unico strumento possibile di risposta alle esigenze del sistema".

 

 

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