Sanità

Sensibilizzare e informare è il miglior metodo che abbiamo per migliorare la convivenza con il virus
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GENOVA - L'informazione e la prevenzione non sono mai abbastanza, lo ricorda Maria Viscoli Consigliere Anlaids nazionale e Anlaids Liguria ai microfoni di Primocanale in occasione della giornata mondiale contro l'Aids.

Di Aids non si dovrebbe parlare solo oggi, primo dicembre: è necessario farlo tutti i giorni, con i ragazzi, nelle scuole e soprattutto con i più maturi che hanno ancora difficoltà nell'accettare la 'normalizzazione' del test.

"Noi di Anlaids parliamo tutti i giorni di Hiv, nel nostro check point in vico Indoratori, dove offriamo tre giorni a settimana gratuitamente il test di screening per Hiv e rispondiamo a domande, dubbi, incertezze delle persone. - afferma l'avvocato Maria Viscoli - Ne parliamo tanto anche nelle scuole; dal 2018 andiamo nelle scuole genovesi, collaboriamo con l'Asl chiavarese e quella di Imperia, solo a Genova abbiamo incontrato più 1500 studenti. I ragazzi devono imparare cos'è l'Hiv e devono sapere come comportarsi e come prevenirlo. Non se ne parla mai abbastanza, ma come associazione stiamo facendo un buon lavoro qui in Liguria."

Inaugurazione del centro Anlaids per test gratuiti delll'Hiv (clicca qui)

Per combattere al meglio l'infezione è però necessario abbattere tutti i muri ideologici che ruotano intorno ad essa, che sono particolarmente solidi nei più adulti: "I giovani sentono molto meno lo stigma dei test per fortuna. I ragazzi non capiscono perché si le persone si nascondono e non rivelano la propria condizione; per loro è una normale patologia come tante altre.", prosegue la Viscoli, "Dai quaranta in su lo stigma è ancora altissimo. C'è ignoranza, non si sa che ormai le persone infette possono vivere una vita normale, con carica azzerata non trasmettono il virus, possono avere figli e invecchiare naturalmente. Al check point l'affluenza è soprattutto giovanile, ma stiamo facendo nuove campagne per coinvolgere le persone più mature".

E' importante fare informazione e prevenzione perché l'HIV è un virus particolarmente silente nei primi periodi e il rischio, che diventa realtà per oltre il 70% dei casi positivi, è quello di intervenire troppo tardi. "Molti per diversi anni non sanno di avere l'infezione, è un'infezione molto silente, inizialmente non ha sintomi o li da lievissimi. Spesso ormai , quasi il 70%, dei test vengono fatti quando i sintomi sono evidenti e possono portare al l'Aids conclamato. Non c'è l'abitudine a fare il test, che invece deve essere una buona abitudine di tutela della propria salute, uno screening che va fatto non appena si è attivi sessualmente. Si deve fare il test, se si scopre la positività quando il fisico non è stato intaccato si hanno molte più possibilità di avere una vita più normale."

Conclude Maria Viscoli: "E' un virus che va affrontato e gestito con tutto il supporto possibile delle associazioni e della sanità pubblica. Le associazioni hanno bisogno di essere ascoltate a loro volta perché fanno un lavoro prezioso per le persone. Quello che che chiedono le associazioni è di poter aiutare la sanità pubblica a diffondere l'utilizzo dell'uso del test, chiedono supporto nel supportare la popolazione".

 

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