Sanità

Torna alla homepage
Più di 12 ore di operazione per donare una vita normale alle due bimbe. Anche la mamma è stata accolta a Genova, oggi ha voluto ringraziare tutto il team che ha aiutato le sue bambine: "Un miracolo essere qui"
5 minuti e 44 secondi di lettura
di Aurora Bottino

Un complesso delicato intervento durato 12 ore e che ha coinvolto più di 50 professionisti contemporaneamente. All’ospedale Gaslini due gemelle siamesi, nate in Burkina Faso nel dicembre 2024 e unite nella regione toracica e addominale, sono state separate. Le bambine, che condividevano il fegato e parte del pericardio, sono giunte in Italia il 20 maggio grazie all'associazione Una Voce per Padre Pio, nell'ambito del Programma Umanitario Sanitario attivato in collaborazione con il Gaslini. 

Le due gemelline arrivano dal Centro Ospedaliero Universitario Tengandogo della capitale del Burkina Faso, Ouagadougou. Il Centro ha inviato tre professionisti, un chirurgo e due anestesiste, per assistere all'intervento in sintonia con i medici genovesi: Damipi Yempab Djagbare, Svetlana Dmitrievna Barro-Cherban e Christelle Nina Coulibaly. La mamma, di soli 21 anni, è stata accolta a Genova dove ha voluto ringraziare tutto il team che ha aiutato le sue bambine: "È stato un miracolo".

Più di 12 ore e oltre 50 professionisti al lavoro

"Il Gaslini ha preso in carico le bambine a partire dal trasporto da Malpensa a Genova. Dopo un'attenta fase di studio multidisciplinare, simulazioni cliniche e pianificazione logistica, l'intervento si è svolto il 6 giugno ed è durato oltre 12 ore. A essere coinvolti, più di 50 professionisti: medici, infermieri, tecnici e operatori sociosanitari del Gaslini, insieme ad esperti esterni in chirurgia epatica e plastica ricostruttiva" spiega Raffaele Spiazzi, direttore sanitario del Gaslini, che aggiunge: "la mission di un'istituzione come la nostra è ricercare il meglio delle competenze per renderle disponibili ai nostri bambini in un ambiente costruito a loro misura e, in interventi complessi come questo, la qualità delle reti di collaborazione del Gaslini, unita alla qualità dei nostri professionisti, può fare realmente la differenza". 

"Abbiamo separato le due bambine siamesi toraco-onfalopaghe. L'intervento è consistito in una separazione progressiva del torace e della cavità pericardica, dell'addome e del fegato che era l'unico organo in comune. Ed infine di tutta la parete addominale e toracica. In terapia intensiva le bimbe sono state preparate, poi trasportate in una sala operatoria. Quindi separate, con il fondamentale apporto di Michele Torre, coordinatore del programma universitario di Chirurgia Toracica e delle Vie respiratorie del Gaslini e di Guido Michielon, direttore della Cardiochirurgia del Gaslini, coadiuvato dal cardiochirurgo Francesco Santoro. Successivamente sono state portate in due sale operatorie dove cardiochirurghi, chirurghi pediatrici, epatici, plastici e toracici hanno provveduto al completamento degli interventi" spiega Girolamo Mattioli, direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche e della UOC Chirurgia Pediatrica del Gaslini.

"Le principali complessità degli aspetti anestesiologici e intensivistici, fondamentali per garantire la stabilità intraoperatoria ed il supporto postoperatorio delle bambine, hanno riguardato il controllo delle vie aeree, la gestione cardio-respiratoria dei due organismi connessi, la necessità di un monitoraggio continuo e differenziato e la previsione delle variazioni fisiologiche all'atto della separazione. Le due bimbe hanno superato bene l'intervento, ora sono seguite costantemente in Terapia Intensiva, per evitare i rischi di complicanze, aiutarle a respirare, controllare il dolore, prevenire le infezioni e portare a termine il percorso di ricostruzione della parete toracica ed addominale. Eccellente è stato il contributo della VOC di Anestesia, diretta da Andrea Wolfler" spiega Andrea Moscatelli, direttore del Dipartimento di Emergenza e Accettazione, Anestesia e Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica dell'Istituto.

Il caso è stato finanziato anche da Regione Liguria. Tutti i professionisti al lavoro

Il caso è stato seguito in ogni sua fase grazie al cofinanziamento dell'associazione Patrons of the World's Children Hospitals e della Regione Liguria, nell'ambito della normativa nazionale per l'assistenza sanitaria ad alta specializzazione a cittadini stranieri in condizioni di fragilità. Un plauso particolare va alla collaborazione interdisciplinare e interaziendale tra il personale del Gaslini e i professionisti esterni che hanno prestato la loro professionalità per il buon esito dell'intervento: Enzo Andorno, direttore della Chirurgia dei trapianti di fegato dell'Ospedale San Martino e Daniele Alberti direttore di Dipartimento e UOC di Chirurgia pediatrica degli ASST Spedali Civili di Brescia hanno collaborato nella separazione del fegato e Giuseppe Perniciaro, direttore UO Chirurgia Plastica e Centro Grandi Ustionati presso l'Ospedale Villa Scassi della Asl3 Genovese, nella ricostruzione della parete addominale e toracica.

Fondamentale si è rivelato l'apporto di altissimo livello della diagnostica radiologica del Gaslini, dove gli staff di Beatrice Damasio, direttore della UOC Radiologia e Andrea Rossi direttore della UOC Neuroradiologia hanno permesso di eseguire gli interventi con altissima precisione: diagnostica radiologica, risonanza magnetica, tac, ecografia ed angiografica, quest'ultima eseguita da Francesco Pasetti, hanno permesso di definire esattamente l'anatomia prima e durante la separazione.

"Il percorso clinico è stato reso possibile anche grazie a un precedente intervento neurochirurgico eseguito su una delle due bambine per trattare una grave forma di idrocefalo, dall'equipe di neurochirurghi guidati dal dottor Gianluca Piatelli, direttore dell'UOC Neurochirurgia. Solo in seguito al miglioramento delle condizioni generali, si è potuta effettuare la separazione" spiega Girolamo Mattioli.

Il loro percorso di cura continua  

"Attualmente le bambine sono in condizioni cliniche stabili e seguite nel reparto di Terapia Intensiva dell'istituto. Il loro percorso di cura continua con monitoraggio, supporto nutrizionale, prevenzione delle infezioni e pianificazione della ricostruzione definitiva" conclude Raffaele Spiazzi.

"Il Gaslini è un'eccellenza della nostra sanità - sottolinea Massimo Nicolò, assessore alla Sanità della Regione Liguria -. Questo intervento dimostra la forza e l'efficacia della nostra rete pubblica nel gestire casi più rari e complessi, grazie alla sinergia tra istituzioni e strutture di altissima specializzazione. Avere l'ospedale Gaslini sul nostro territorio rappresenta un valore straordinario non solo per la Liguria perché consente di offrire risposte concrete e all'avanguardia anche a bambini che arrivano da molto lontano. Insieme ai medici liguri e del Burkina Faso il Gaslini è riuscito a dare una vita autonoma a due bambine con una malformazione complessa ed estremamente rara che solo pochi centri nel mondo possono correggere".

"L'intervento è stato un successo clinico, ma ciò che più mi ha emozionato è il valore umano che i nostri professionisti hanno dimostrato - ha dichiarato il direttore generale del Gaslini, Renato Botti - Non solo straordinaria competenza tecnica, ma anche una dedizione fuori dal comune: spirito di squadra, coesione e senso di responsabilità hanno portato molti a compiere scelte personali importanti per garantire la continuità e la sicurezza dell'intervento. Ricordiamo anche che nonostante il cospicuo sforzo organizzativo l'ospedale ha continuato a lavorare grazie alla disponibilità di tutti i lavoratori dell'Istituto. Questo è il Gaslini: un luogo in cui l'eccellenza clinica si nutre di una straordinaria umanità".

"Nei giorni precedenti all'intervento tutte le equipe hanno fatto valutazioni e simulazioni per non lasciare nulla al caso. La complessità organizzativa è stata enorme, perché abbiamo dovuto organizzare su due pazienti procedure e interventi difficili, che normalmente eseguiamo su un singolo paziente per volta. Gli infermieri di sala operatoria, OSS e tecnici perfusionisti hanno lavorato in team multidisciplinari con competenza professionalità e soprattutto cuore, mentre altri gruppi sarebbero stati pronti ad intervenire per continuare l'assistenza se si fosse reso necessario» spiega l'infermiera Rossella Conforti responsabile Piattaforma Sale Operatorie e Procedure del Gaslini.

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook   

 

 

 

 

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI

Venerdì 30 Maggio 2025

I grandi esperti di chirurgia robotica riuniti al Gaslini

Chirurgia mini invasiva per casi anche particolarmente complessi: dieci anni di storia