Il mondo dell'emergenza sta vivendo una vera e propria crisi in particolare dopo la pandemia da Covid, ma se della difficoltà dei pronto soccorso si parla più spesso, meno invece si fa per quella del 118. La Liguria non fa eccezione tra medici e infermieri del 118 in fuga, specializzazioni giudicate poco appetibili dai giovani, aggressioni e servizi congestionati.
Il 118 non è un taxi ma un servizio salvavita
Il presidente nazionale della società italiana sistema (Sis) 118 Mario Balzanelli è convinto che non ci sia tempo da perdere e serva un intervento drastico: "Come è possibile che un sistema che soccorre 8 milioni di italiani ogni anno, di cui una parte rilevante in imminente pericolo di vita, venga cronicamente dimenticato dal legislatore? È davvero un caso singolare che questo atteggiamento si confermi governo, dopo governo, ogni volta che ci siano fondi da stanziare, il 118 non è un taxi, ma un sistema fondamentale per salvare la vita delle persone".
I numeri in Liguria
In Liguria al momento mancano 39 medici del 118. Partendo dall’estremo ponente, a Imperia i medici in servizio sono attualmente 13 ma ne servirebbero 9 in più. Per sopperire alla carenza 30 notti fino a febbraio sono state affidate a una cooperativa di gettonisti. Nel savonese lavorano 22 medici ma ne mancano 8 per garantire l’assistenza alle quattro automediche Sierra, ai due punti di primo intervento e alla centrale operativa.
Spostandoci a Levante nello spezzino lavorano 18 medici su 22 previsti con una mancanza di 'solo' quattro unità. Nel Tigullio ne servirebbero 16, ma per ora sono solo 11, e a Lavagna 30 turni da 6 ore sono affidati a una cooperativa di gettonisti.
Genova ha la situazione più critica se si pensa a tutti i servizi istituzionali che la centrale 118 del capoluogo deve coordinare. Da organizzazione i medici dovrebbero essere 42 ma al momento attivi sono solo 29 con una carenza a doppia cifra: meno 13. I 29 medici attivi, comprensivi della dirigenza, garantiscono sette automediche di cui sei attive h24 mentre Golf 7 in Valle Scrivia è attiva per 12 ore; la centrale operativa svolge anche tutta l’attività di direzione e gestione rapporti con la Prefettura e gli altri enti istituzionali in situazioni di crisi come ad esempio durante gli sbarchi dei migranti o esercitazioni, organizzazione sanitaria dei grandi eventi, formazione del personale delle pubbliche assistenze e formazione della popolazione. Inoltre la centrale di Genova è sede del dipartimento interaziendale regionale 118 e dell'elisoccorso, senza dimenticare il numero unico di emergenza 112, sempre in capo alla direzione del servizio.
Tutti i direttori dei servizi 118 liguri coprono turni sia in automedica che in centrale per supplire le carenze. Un sistema quindi che sempre più si basa sullo spirito di dedizione dei medici in servizio.
Stress e poca attrattività
Uno dei problemi principali, oltre ai medici che decidono di lasciare il mondo l’emergenza per lo stress, risulta essere la poca attrattività, anche economica, per i giovani: turni massacranti, notti e festivi, riposi mancanti rendono questo lavoro sempre meno ambito.
Concorsi deserti ma per Genova quest'anno 30 iscritti per 3 posti
In Italia nel 2023 c'erano 2300 medici del 118 a fronte dei 6mila necessari quindi ad oggi sono meno della metà del fabbisogno.
Negli ultimi anni i concorsi organizzati dalle aziende sono andati praticamente deserti ma la novità è arrivata quest'anno dal concorso per il 118 Genova al via oggi che vede 30 iscritti per tre posti anche se ne servirebbero di più come si evince dai numeri. Troppo presto per dire se queste iscrizioni rappresentino un cambiamento, chi è del settore, a denti stretti, è certo che molti tra questi poi dopo non accetteranno. Vedremo.
Rischio taglio di servizi d'emergenza
Il rischio è che se questa carenza di medici del 118 diventerà cronica alcuni servizi non potranno più essere garantiti se non solo ed esclusivamente con medici gettonisti, il che rappresenterebbe, prima ancora che una sconfitta del sistema tutto, un enorme costo per la sanità.
Attenzione dei medici di pronto soccorso anche a quelli del 118
Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, "i medici di emergenza sono stati dimenticati. Sono stati preziosissimi durante l'emergenza Covid per soccorrere pazienti spesso soli. Ogni giorno lavorano incessantemente sulle strade, in situazioni di disagio, a qualsiasi temperatura, coprendo carichi di lavoro per due o tre colleghi, perché manca personale. L'attenzione riconosciuta ai medici del pronto soccorso va riconosciuta anche a quelli del 118".
Necessaria una riforma
Per il presidente nazionale della società italiana sistema (Sis) 118 Mario Balzanelli c'è la necessità di una riforma complessiva dell'emergenza territoriale perché il servizio di emergenza sanitaria 118, istituito ormai più di 30 anni fa, deve essere adeguato ai nuovi bisogni di salute.
In Liguria le centrali 118 diventeranno 3
In attesa di capire se ci sarà un inversione di tendenza sull'attrattività dell'urgenza per i giovani medici, in Liguria nei prossimi mesi, come da piano socio sanitario approvato dal Consiglio regionale, le centrali del 118 diventeranno tre in Liguria. C'è poi l'attivazione del numero unico 116117 per le cure mediche non urgenti che rappresenta il servizio telefonico gratuito alla popolazione, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale.
IL COMMENTO
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