Porto e trasporti

Si parte con il presidio dei varchi a partire dalle 5,30-6. Poi dalle ore 8,30 il concentramento a ponte Etiopia da parte dei manifestanti. Quindi il corteo lungo le strade cittadine che raggiungerà la sede di Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale
5 minuti e 39 secondi di lettura

GENOVA - Aggiornamento ore 11,10 - Il corteo è arrivato prima in piazza Caricamento e poi sotto la sede dell’autorità portuale a Palazzo San Giorgio. Qui una delegazione sindacale ha portato le proprie richieste al commissario Paolo Piacenza. Viabilità tornata regolare in città. 

Aggiornamento ore 10.30 - Il corteo dei lavoratori dopo essere transitato per la rotatoria di via Milano ha percorso via Buozzi e via Adua fino a entrare in via Gramsci in direzione Caricamento e Palazzo San Giorgio.

Aggiornamento ore 9.30 - I 500 lavoratori sono partiti da varco Etiopia per il corteo verso via Milano, via Buozzi, via Adua, via Gramsci, piazza Caricamento e arrivo a Palazzo San Giorgio. Lungomare Canepa e strada Guido Rossa sono rimaste momentaneamente chiuse, riaperte intorno alle 9.50.

Chiedono il rinnovo del contratto di lavoro nazionale scaduto alla fine del 2023. Sono i lavoratori del settore portuale che dal 3 aprile sono entrati in stato di mobilitazione. Tre giorni di sciopero nazionale che ha il suo culmine a Genova con una manifestazione nazionale. Sotto la Lanterna, oltre alle delegazioni liguri, anche rappresentanze dai porti di Trieste, Civitavecchia, Napoli, Salerno, Ravenna, Livorno e Venezia.

Si parte con il presidio dei varchi a partire dalle ore 5,30-6. Poi dalle ore 8,30 il concentramento a ponte Etiopia da parte dei manifestanti. Quindi il corteo lungo le strade cittadine per raggiungere la sede di Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale a Palazzo San Giorgio. Si attende una partecipazione alta. Solo a Genova i lavoratori del porto sono circa 11-12 mila.

Il corteo si muove dalle 9.30 da ponte Etiopia verso via Milano, via Buozzi, via Adua, via Gramsci, piazza Caricamento e arrivo a Palazzo San Giorgio. La polizia locale sul posto già dalle prime ore della mattina per convogliare i mezzi pesanti diretti in porto bloccati dalla protesta.

I motivi dello sciopero sono diversi. "La principale è la componente economica con l'ultimo adeguamento di 110 euro firmato nel febbraio 2021 - spiega Maurizio Diamante, segretario nazionale Fit Cisl  -. Il 10% di questi sarebbe dovuto andare a finire in un fondo destinato all'incentivo all'esodo non ancora partito. C'è poi stato un decreto che prevedeva per i lavoratori dell'autorità portuale che l'1% di tasse sulle merci, nelle fase di accumulo, venisse messo dall'autorità portuale, ma trattandosi di soldi pubblici non è mai arrivato l'ok. Poi c'è anche la questione legata ai dipendenti della stessa autorità di sistema portuale che si trovano in un ibrido tra pubblico e privato, serve una soluzione chiara anche per loro. Oltre alla parte economica c'è anche l'aspetto legato al lavoro usurante e alla sicurezza sul lavoro anche in ambito portuale. In questo senso pochi giorni fa è stato avviato un tavolo con il ministero dei Trasporti per affrontare la problematica " spiega Diamante. 

“Vogliamo che si riapra la trattativa in maniera concreta, siamo ancora lontani sia sulla parte economica che su alcune parti normative del contratto. Siamo qui per lanciare un messaggio al governo perché i portuali vogliono far sentire la propria voce rispetto a una possibilità di riforma su cui siamo dubbiosi. E poi bisogna far sì che questa categoria sia riconosciuto come usurante e possa partire il decreto di accompagnamento all’esodo anticipato dei portuali” spiega Amedeo D’Alessio, segretario nazionale Filt Cgil.

Alla manifestazione di Genova anche Giuliano Galluccio, segretario nazionale Uiltrasporri: "Bisogna recuperare il potere d'acquisto dei lavoratori dei porti che sono un pezzo fondamentale dell'economia del mare. Genova riveste un'importanza fondamentale come scalo in Italia e siamo voluti partire da qui per dimostrare a tutto il mondo portuale italiano che siamo forti e pronti a fermarci ancora qualora fosse necessario e a organizzare altre manifestazioni in tutta Italia".

Lo sciopero di 24 ore del mondo portuale è scattato mercoledì con due possibili modalità: da una parte uno sciopero di due ore per ogni inizio turno da dividere nelle tre giornate oppure 8 ore di sciopero da concentrare tutto nella giornata di venerdì. Uno sciopero che ha visto anche l'accordo di diverse associazioni del settore come Assiterminal, Assoporti e Assologistica. Un ruolo centrale nella questione potrebbe ricoprirla il viceministro alle Infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi che è pronto a svolgere un ruolo di mediatore tra le parti.

I lavoratori nelle scorse settimane hanno incontrato le controparti datoriali ricevendo una proposta di aumento salariale del 10%, pari a 180 euro ritenuta ancora non sufficiente a superare i problemi legati al rialzo dei costi causati dall'inflazione degli ultimi anni condizionata anche dagli eventi geopolitici come la guerra Russia-Ucraina. La proposta delle controparti prevede però la riduzione del pagamento delle prime tre giornate di malattia; l’introduzione, nel comparto crociere, del concetto di stagionalità per far arrivare così l'orario settimanale di lavoro a 44 ore; l’aumento del numero delle notti per il riconoscimento dell’h24 fino a mettere mano alla flessibilità con l’aumento del numero dei cambi turno.

“Nella città che ospita il più importante porto d’Italia daremo una dimostrazione di determinazione alle associazioni datoriali - commentano Enrico Poggi segretario generale Filt Cgil Genova, Mauro Scognamillo segretario generale Fit Cisl Liguria e Roberto Gulli segretario generale Uiltrasporti Liguria – chiediamo il rinnovo di un contratto scaduto alla fine del 2023 e condizioni di lavoro dignitose. Siamo stanchi di sentire dichiarazioni in pompa magna sulla nostra portualità e poche parole su chi ogni giorno contribuisce a rendere questo Paese competitivo e attrattivo: invitiamo non solo i lavoratori, ma la cittadinanza intera a sostenere questa battaglia per fare ancora una volta partire da Genova un messaggio inequivocabile” concludono. 

Lo stipendio medio in Italia che può percepire un operaio portuale è di circa 21 mila euro lordi annui. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro prevede sette livelli di remunerazione, divisi a seconda delle competenze e delle responsabilità assegnate a questi professionisti. I neoassunti vengono inquadrati nel settimo livello, il più basso, e ricevono un salario più limitato. Il valore medio si riferisce agli operai portuali di quarto livello, coloro che devono portare a termine le classiche attività di sbarco e imbarco delle merci e che gestiscono il loro trasferimento. Gli operai più specializzati come, ad esempio, gli operatori di gru, sono invece inquadrati nel terzo livello e hanno diritto a una retribuzione media di circa 23 mila euro annui. I primi due livelli di inquadramento, infine, sono destinati a impiegati, supervisori e funzionari dell’autorità portuale. Questi professionisti possono arrivare a guadagnare in media anche 30 mila euro lordi all’anno.

Sono diverse le categorie interessate dalla protesta: dall'operaio portuale semplice al gruista o manovratore di gru di banchina, il carrellista, l'operatore di straddle carrier (operaio portuale specializzato nell’uso della macchina operativa che viene utilizzata per posizionare i container), transtainerista (operatore del transtainer, la grande gru a portale che viene usata per caricare e scaricare i container dai camion e per posizionarli uno sull’altro). A Genova presidiati i varchi portuali di Levante, Saffi, Giano, Quadrio, Grazie, Santa Limbania, Mille, Albertazzi, Passo Nuovo, San Beningno, Etiopia, Ponente, Campetto Voltri.