Porto e trasporti

L'opera è ancora solo sulla carta ma i proprietari degli immobili della zona devono iniziare a preoccuparsene
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GENOVA – Centinaia di nomi, in rigoroso ordine alfabetico, nei comuni di Cicagna, Moconesi, Tribogna e Rapallo: sono quelli delle persone che perderanno la casa, o il terreno, per consentire la costruzione del tunnel della Fontanabuona, progettato per collegare questa zona dell'entroterra ligure all'autostrada A12 all'altezza di Rapallo. L'elenco è stato pubblicato oggi sul Sole 24 Ore e sul Secolo XIX.

Il progetto prevede la realizzazione di un tunnel di 4,6 km tra Moconesi e Rapallo, l'adeguamento della Provinciale 22 per 1,6 km e altrettanti di rampa per lo svincolo: l'opera rientra nelle compensazioni che Autostrade per l'Italia ha concordato con il comune di Genova, con la Regione e il ministero delle Infrastrutture dopo il crollo del Ponte Morandi.

Il tunnel, su cui non mancano perplessità e comitati nel no, ha già subito varianti progettuali rispetto a quelle ipotizzate in origine: i dubbi sono molteplici, a cominciare dai costi che sono destinati a lievitare rispetto al previsto. Autostrade, nell'ambito degli accordi Morandi, si è impegnata esclusivamente fino a un determinato importo (quello oggetto dell'accordo, 1.455 milioni di Euro per tutte le opere, tra le quali il tunnel subportuale di Genova) ma è evidente che quelle somme non basteranno. Il rischio, molto alto, è quello che per coprire gli extra costi sia necessario mettere ulteriormente mano alla modulazione delle tariffe autostradali, già elevatissime, specialmente in una regione martoriata da una rete in efficiente come la nostra.

Vi è poi il tema, non secondario, che Autostrade per l'Italia realizzerà queste opere in house, cioè utilizzando società proprie: più che una compensazione per un disastro epocale come il crollo del viadotto Polcevera, dunque, questa operazione sembra una nuova golosa opportunità per l'azienda guidata da Roberto Tomasi.

Gli espropri propedeutici all'opera sono quelli degli immobili ricompresi tra i 30 e i 60 metri dal nuovo nastro autostradale: tutte le persone coinvolte, e tra loro anche coloro che pur non essendo proprietari di un immobile si ritengano in qualche modo interferiti dal progetto, hanno ora 30 giorni di tempo per inviare ad Autostrade le proprie considerazioni.

Gli espropri saranno vincolanti solo a valle della conferenza dei servizi e non prima dell'approvazione del progetto definitivo del nuovo tunnel che, solo allora, potrà essere definito “opera di pubblica utilità”.

L'iter è dunque ancora lunghissimo e gravido di incertezze ma per i proprietari degli immobili che sorgono nella zona che passerà da essere campagna a essere autostrada (e anche coloro che abitano poco oltre i 60 metri dalla stessa, che è forse la condizione più spiacevole) devono attivarsi subito per far valere i propri diritti.