Porto e trasporti

I sindacati chiedono che il piano regolatore del porto confermi la vocazione industriale dell'area, senza cedere spazi alle zone turistiche
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GENOVA - "Nessuno tocchi le riparazioni navali": è questo il monito che arriva dall'assemblea dei lavoratori del comparto che si è radunata questa mattina. "Sia con gli operai che di fronte al segretario generale dell'Autorità portuale abbiamo ribadito ancora la necessità di investimenti nelle riparazioni navali: il mercato è in forte espansione e bisogna dare ulteriori strumenti per permettere il consolidamento di un settore strategico per la città di Genova - spiegano il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Luca Bruzzone, coordinatore per la Fim Cisl Liguria delle Riparazioni Navali -. Abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che il comparto non verrà spostato dall’attuale sito e finalmente nei primi giorni di maggio sarà presentato il piano regolatore portuale e vogliamo che finalmente queste promesse vengano messe nero su bianco". Bruzzone ha poi aggiunto che "le riparazioni navali si sentono un po' compresse. Dobbiamo cercare di ampliarle, se ci sono degli spazi a ponente come abbiamo sentito dire dobbiamo essere pronti perché l'industria non può aspettare".

Il segretario generale di Fiom Genova Stefano Bonazzi sottolinea che bisogna "chiarire quali sono le prospettive del comparto che è fondamentale per la città e conta tremila dipendenti. Chiariremo ancora una volta che quest'area va difesa e sviluppata" e rilancia con la necessità di un presidio medico, che attualmente è fermo ma che in un'area con così tanti lavoratori è necessario. A preoccupare è il ridimensionamento delle aree, mentre la richiesta dei sindacati è quella di ampliarle "in vista della nuova diga attraverso dei tombamenti".

Nel mirino dei sindacati finisce il piano regolatore del porto, che secondo gli intendimenti dell'Autorità portuale sarà approvato nella primavera del prossimo anno e di cui ancora si sa poco: "Vogliamo che confermi la vocazione industriale di queste aree - spiega Luca Marenco, responsabile riparazioni navali Fiom Cgil -, almeno fino a quando non ci saranno soluzioni diverse. I bacini di carenaggio sono solo qui".

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