GENOVA - Nessuna informazione su offerte per costruire la nuova diga di Genova, secondo round della partita. Ieri tutti appesi a una o più Pec, posta elettronica certificata, che dovevano arrivare entro mezzanotte in Autorità di sistema portuale. Era stato il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini, l’altro ieri in visita a Genova, a spiegare che le aziende interessate a portare avanti i lavori "sono state nuovamente invitate entro martedì a offrire le loro proposte.
Lo stesso presidente dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini appena la settimana scorsa nel corso di Terrazza Incontra su Primocanale aveva spiegato che l'obiettivo è entro luglio di ricevere le offerte.
Un mese fa il bando è andato deserto con le due cordate di imprenditori, We Build - Fincantieri e la spagnola Aciona con Gavio e Caltagirone che alla fine non si siano presentate alla gara per la realizzazione della nuova diga foranea di Genova. Dopo la parziale battuta d'arresto poi di fatto le trattative con le stesse due cordate sono andate avanti in queste settimane. A bloccare le offerte sarebbero state alcune clausole presenti nel bando. La prima riguarda la questione dell'adeguamento dei prezzi, la seconda il rischio geologico legato ad alcuni aspetti del fondale dove la diga andrebbe a sorgere. In questi giorni anche altri punti sono stati affrontati.
Il bando iniziale era, per la prima parte dei lavori, per un valore di 900 milioni (troppo pochi per le aziende interessate, almeo+no do 300-400 milioni), mentre l'intera opera vale un miliardo e 300 milioni. Tutto il settore con il presidente dell'Authority e le istituzioni locali sottolineano l'importanza dell'opera per Genova e non solo. La nuova diga permetterebbe al porto genovese di competere ancora di più con le altre realtà europee. La diga rientra nelle opere fondamentali previste dal Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza).
A preoccupare le aziende era stato anche il rialzo dei prezzi delle materie e non solo legate al quadro internazionale. Su questo aspetto il ministro Giovannini ha tranquillizzato: "Credo che alcuni prezzi stanno rientrando come speravamo anche se restano molto elevati. Il problema, al di là della diga di Genova, è già stato affrontato dal governo e questo tipo di interventi saranno ancora rafforzati per assicurare che tutte le gare in particolare del Pnrr non vadano deserte ma al contrario procedano. La diga di Genova è un'opera iconica e assolutamente fondamentale". Il ministro ha spiegato che, se sarà necessario, si potrà attingere da questi fondi nazionali di 10 miliardi anche per gli extracosti della diga di Genova.
Per quanto riguarda i tempi di realizzazione dell'opera l'obiettivo è concludere una primaria parte della nuova diga foranea entro il mese di dicembre del 2026.
IL COMMENTO
La contestazione delle “periferie” e l’ascesa delle nuove destre in Europa
Crisi Genoa, i tifosi chiedono chiarezza…