Politica

Il segretario genovese cerca di mettere ordine nella ridda di voci ormai divampante
1 minuto e 23 secondi di lettura

“Se ci sarà un candidato del partito democratico, sarà un candidato individuato dal gruppo dirigente del pd di Genova e quindi sarà il partito genovese a individuare la persona che sarà proposta alle altre forze politiche tramite la discussione interna o ai cittadini genovesi attraverso le primarie”

Simone D’Angelo, segretario del Pd genovese, sbarra la strada alle autocandidature di esponenti del partito che potrebbero proporsi nelle prossime ore per la corsa alla poltrona di primo cittadino.

Da giorni circola, in questo senso, il nome di Cristina Lodi, consigliera comunale a Tursi, che sarebbe pronta ad anticipare le scelte del partito, proponendo la sua candidatura. Le parole di D’Angelo sembrano bloccare questa ipotesi. Anche se lo stesso segretario a domanda diretta, non si sbilancia, ma esclude che il Pd possa puntare su di lei:
“Penso che all’interno del Pd ci siano alcune figure che abbiano dato molto sia nel partito che nell’amministrazione, che abbiano quelle caratteristiche per poter mettere a disposizione la propria esperienza per il partito democratico e nel campo progressista. Ma noi abbiamo fatto una scelta: quella di mettere in secondo piano i nomi, rispetto al piano programmatico”.

D’Angelo ammette infine che, al di là del dubbio tra uomo di partito e uomo della società civile, ora è il momento di arrivare a una decisione: “La scelta del candidato deve partire da un presupposto: nessun veto rispetto alle caratteristiche del candidato stesso, in altre parole la fine della dicotomia tra il candidato civico e il candidato politico. Penso che il Pd e le altre forze del centro sinistra abbiano cercato di vagliare diverse scelte. Ora è vicino il momento di tirare le somme”.