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di Giorgia Fabiocchi
Adolfo UrsoIl ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso

Un question time nel segno dell'ex Ilva: si è tradotto così il pomeriggio alla Camera del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, al centro delle interrogazioni dei parlamentari liguri. Il futuro di Acciaierie d'Italia è sempre più incerto, con il taglio della zincatura a Genova e nel Nord d'Italia.

Tre le interrogazioni al ministro Urso, presentate dai parlamentari liguri: Luca Pastorino del Gruppo Misto, in quota Partito Democratico; Ilaria Cavo di Noi Moderati; oltre ai dem Valentina Ghio e Alberto Pandolfo.

Il ministro delle Imprese e Made in Italy Urso ha annunciato che "non ci sarà nessun piano di chiusura di Acciaierie d'Italia". Il ministro ha ribadito che "a Genova nessuno andrà in cassa integrazione, con salario integralmente corrisposto".

Nel frattempo a Genova Cornigliano la protesta va avanti con i lavoratori che chiedono che l'impianto per la lavorazione della zincatura non si fermi come invece ha previsto da qui a fine febbraio il Governo. Anche su questo tema replica Urso: "Lo stop ai due altoforni di Taranto incide solo temporaneamente sulla produzione a Genova". Il ministro spiega che l'obiettivo è far ripartire a marzo la produzione con le nuove spedizioni di rotoli di acciaio da Taranto verso Genova per la lavorazione dello zincato nello stabilimento di Cornigliano. Urso precisa anche che a livello nazionale il piano, dopo le opere di manutenzione, è quello di riportare a quattro milioni le tonnellate di produzione e che per Genova la "produzione deve seguire l'accordo di programma" con la possibilità di far insediare "nuove attività sulle aree di Cornigliano".

Urso: "tecnologie green hanno bisogno del gas"

Urso analizza gli scenari futuri e parla della gara internazionale per l'acquisizione degli impianti siderurgici. La gara "è in atto, i negoziati sono difficili perché l'obiettivo è sfidante" ha proseguito sottolineando che "il Governo sta intanto lavorando alle condizioni abilitanti nella consapevolezza che la fornitura e il costo dell'energia è il fattore più critico, anche nell'ottica dei fabbisogni connessi alla programmata decarbonizzazione. La tecnologia green ha bisogno del gas. In un contesto in cui non risulta praticabile la soluzione della nave rigassificatrice in ragione delle opposizioni espresse dagli enti locali, stiamo lavorando alle condizioni per un rifornimento terrestre di gas che possa risultare sostenibile economicamente". Allo stesso tempo, ha aggiunto "stiamo predisponendo le condizioni per interventi di nuova industrializzazione delle aree libere dalla attività siderurgica, sia a Taranto sia a Genova, al fine di favorire nuovi aggiuntivi insediamenti produttivi. Su questo abbiamo già concordato con gli enti locali una serie di incontri previsti nelle prossime ore per lavorare insieme". 

Urso annuncia azione risarcitoria di 5 milioni contro ArcelorMittal 

E poi il ministro entra nella questione internazionale: "In Europa la siderurgia è in crisi, c'è la concorrenza asiatica con una sovra produzione che ora l'Ue ha annunciato di contrastare alzando i dazi". Durante il question time il ministro Urso ha spiegato che "i commissari dell'ex Ilva avvieranno un'azione risarcitoria contro Arcelor Mittal per "5 miliardi di euro. Hanno avviato un piano di manutenzione straordinaria per consegnare al futuro acquirente entro marzo impianti funzionanti e sicuri con almeno 4 milioni di capacità produttiva. La manutenzione straordinaria è assolutamente necessaria ed è conseguente al totale stato di abbandono in cui gli impianti sono stati lasciati da ArcelorMittal, per questo i commissari avvieranno nei prossimi giorni una azione risarcitoria per 5 miliardi".

I parlamentari liguri perplessi dalle risposte del ministro

Le risposte arrivate dal ministro Urso non hanno convinto i parlamentari liguri. "Usciamo allibiti e ancor più preoccupati - spiega il deputato ligure del Pd Luca Pastorino -. Il ministro ha detto in modo chiaro e inequivocabile che nulla cambierà, che non ci sono posti di lavoro a rischio, pur citando numeri non coerenti con il totale degli occupati. Non ha inoltre risposto sulla ripresa della zincatura a Genova, mentre i suoi argomenti sono sempre gli stessi, in primis il piano di decarbonizzazione già proposto a settembre che ora slitterebbe a fine marzo. Unica novità sarebbe quella dell'apertura a individuare un soggetto pubblico - peraltro senza dire quale - che entri nella partita. Ci siamo trovati davanti a un ministro confuso che non ha percepito né la situazione né il problema sociale in corso. A questo punto chiediamo con insistenza un intervento diretto della premier Giorgia Meloni"

Alberto Pandolfo (Pd): "Febbraio è troppo lontano, abbiamo necessità di avere un piano industriale che definisca il futuro di Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi. Senza i coils d'acciaio si ferma la produzione. Lei a settembre è venuto a Genova a parlare di forno elettrico ma ad oggi non c'è nessuna risposta, nessuna garanzia utile per rilanciare il polo siderurgico del Nord e di Taranto, le potenzialità restano sulla carta anche per quanto riguarda le prospettive delle aree".

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