La sede del Comune di GenovaLa sindaca di Genova Silvia Salis e l'assessore al Decentramento Davide Patrone hanno presentato le linee guida della riforma dei municipi: un obiettivo che già in campagna elettorale la sindaca aveva definito prioritario nel primo anno di amministrazione.
In cosa consiste la riforma
La riforma prevede la modifica dello statuto cittadino e dei regolamenti sul decentramento, sulla partecipazione e sulla gestione condivisa dei beni comuni, oltre a risorse economiche e a nuove assunzioni. La riforma, spiegano dalla giunta, comporterà una maggiore autonomia decisionale e funzioni chiaramente attribuite ai municipi. La misura si articola in tre ambiti: il primo riguarda la cura del territorio, con i municipi responsabili della manutenzione, sicurezza urbana, rigenerazione degli spazi pubblici e gestione delle risorse in collaborazione con Amiu e Aster; il secondo ambito punta alla cura delle persone e delle comunità, favorendo l'incontro sociale e sviluppando gli uffici per la partecipazione diretta dei cittadini; il terzo ambito, trasversale, riguarda gli strumenti attuativi, con la revisione dello statuto cittadino e regolamenti, il rafforzamento delle competenze municipali e l’introduzione di nuove pratiche di democrazia digitale e forum di quartiere.
Investimento di quasi 3 milioni nel 2026
"In una realtà in cui ormai una persona su due non vota, vogliamo restituire il dovuto valore all'ente più vicino al cittadino - commenta la sindaca Silvia Salis -. Vogliamo restituire ai municipi la titolarità della riqualificazione del territorio". A questo si aggiunge la promessa di una cinquantina di assunzioni nei prossimi due anni. "Nel 2025 abbiamo investito 2,6 milioni per i progetti municipali di manutenzione ordinaria e straordinaria, e 300mila euro per marciapiedi e attraversamenti pedonali - aggiunge la sindaca -. Nel 2026, nel bilancio abbiamo stanziato 2,7 milioni per la manutenzione straordinaria, a cui prevediamo di aggiungere 450mila euro per la manutenzione ordinaria".
Un percorso di co-progettualità
"Oggi abbiamo lanciato un percorso e gli obiettivi che vogliamo raggiungere mettono al centro il benessere delle persone e i loro bisogni, restituendo autonomia ai Municipi rendendoli nel contempo anche laboratori sperimentali di nuove esperienze e co-progettualità – spiega l'assessore al Decentramento Davide Patrone –, in questi mesi abbiamo avviato un lavoro con tutti gli assessori nelle specifiche competenze e proseguiremo in questo percorso. Come giunta abbiamo già iniziato con atti concreti ad attuare un profondo cambio di prospettiva, che si è già concretizzata, ad esempio, nelle manutenzioni, un modello che vogliamo estendere anche alla cura delle persone creando un ufficio Reti nei nove Municipi per l’ascolto e il coinvolgimento attivo di cittadine e cittadini, seguendo l’esempio di altre città come Bologna dove questo approccio è già realtà e sta dando ottimi risultati".
Il ruolo dei municipi: le novità
Ai municipi, inoltre, saranno attribuiti ruoli di coordinamento di percorsi di partecipazione con i soggetti del territorio davanti alle grandi trasformazioni urbane; sviluppo e governo di progetti di comunità in raccordo con i diversi assessorati del Comune. È prevista l'istituzione sperimentale dei forum di quartiere con la presenza di istituzioni, gruppi organizzati, stakeholders e cittadine e cittadini per la formulazione di politiche pubbliche partecipate e connesse alle esigenze del territorio. Si assumono corresponsabilità reciproche e condivise perché la pianificazione del territorio sia frutto di decisioni e progetti comuni. Gli uffici reti municipali avranno il compito di coinvolgere attivamente cittadine e cittadini e di supportare percorsi di partecipazione territoriale, di percorsi di amministrazione condivisa e patti di collaborazione. Si occuperanno, così, di percorsi di ascolto, della comunicazione con i cittadini e del favorire l'uso di piattaforme digitali e del bilancio partecipativo. Sui beni comuni e gli spazi pubblici e condivisi è previsto l'aggiornamento del regolamento sull'amministrazione condivisa dei beni comuni per promuovere lo strumento e semplificarne l’utilizzo, consentendo ai cittadini di rafforzare il senso di appartenenza al territorio, incentivando, inoltre, l'utilizzo dell'amministrazione condivisa come strumento di co-progettazione e poi di gestione di immobili e spazi urbani oggetto di riqualificazione.
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