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Per le opposizioni in Regione la soluzione non è un'agenzia unica della sanità
4 minuti e 53 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

A pochi giorni di distanza dalla presentazione del nuovo sistema sanitario regionale, le opposizioni in via Fieschi hanno scelto il piazzale antistante l'ingresso dell'ospedale policlinico San Martino di Genova per proporre la loro idea di riforma. Il centrosinistra, nelle scorse settimane, aveva già criticato il nuovo sistema che, accusano, porterebbe a un "risparmio esiguo che non giustificherebbe la rivoluzione preannunciata". 

Riforma sanità, Bucci a Terrazza: "Al posto delle Asl una super azienda regionale"

La controproposta si basa su nove punti specifici. Tra questi come spiegano Andrea Orlando ed Enrico Ioculano ci sono la necessità di effettuare uno studio dei fabbisogni della popolazione sullo stato di salute della comunità regionale, il rafforzamento delle tre Aree operative ottimali (AOO) Ponente, Area Metropolitana, Levante, creare un coordinamento unificato degli ospedali San Martino, Galliera, Villa Scassi, Gaslini, Evangelico, Sestri Ponente, Pontedecimo e futuro ospedale di Erzelli e di Comunità e un nuovo patto con i medici di medicina generale per una sanità di prossimità". "Nei prossimi giorni consegneremo formalmente il nostro documento proprio a Bucci, perché la sua riforma è approssimativa, centralista e soprattutto priva di ciò che serve davvero alla Liguria: risorse, un piano funzionale credibile, personale e un rafforzamento vero della medicina territoriale" spiega il capogruppo del Partito democratico in Regione Armando Sanna.

L'opposizione: "Stop all'accentramento proposto da Bucci"

"Una riforma di prossimità, che parta dal basso e che guardi ai territori e soprattutto ai bisogni di chi si deve curare. Sì a una sanità condivisa e capillare che sappia intercettare i cambiamenti di una regione che è la più anziana d’Europa e affronta un calo demografico costante. No all’accentramento dannoso proposto da Bucci. Servono risorse, ascolto e una visione d’insieme", così i gruppi di opposizione in consiglio regionale Partito Democratico, Alleanza Verdi e sinistra, Movimento 5 Stelle e Lista Orlando Presidente hanno introdotto la loro controriforma della sanità illustrata davanti all’Ospedale San Martino. Il documento sarà consegnato al presidente Bucci e condiviso pubblicamente con le forze sociali, associazioni del settore, enti locali e sul territorio spiega l'opposizione. "Lo consegneremo a Bucci e capiremo se intende allargare il perimetro delle azioni che vuole intraprendere, se intende allargarlo, e in ragione di questo valuteremo la modalità della nostra opposizione, che vuole essere in grado di definire un modello alternativo a questo. Qualunque cambiamento non è detto che sia positivo, nonostante noi si voglia uscire da quello di Toti" ha spiegato fuori dal San Martino Andrea Orlando. Nei giorni scorsi il presidente Bucci ha chiamato le opposizioni, con cui ha analizzato la bozza della legge. "Ci siamo confrontati con esperti, con esponenti del mondo del lavoro e abbiamo espresso questo giudizio" ha chiosato Orlando. 

La proposta: "Serve coordinamento unificato degli ospedali"

"Presentiamo una proposta che parte dall’idea di una sanità che guarda ai cittadini e a tutto il territorio ligure, per questo proponiamo il rafforzamento delle Aree operative ottimali sovra aziendali rispetto all’attuale articolazione, divise su tre macro aree: Ponente, Levante e Area metropolitana. Questi ambiti territoriali saranno in grado di garantire un servizio di maggiore prossimità e assicurare prestazioni sanitarie di elevata complessità, con una distribuzione geografica compatibile a una piena accessibilità dei cittadini. L’unica Asl non riuscirebbe a garantire una distribuzione ottimale del servizio, soprattutto in un territorio complesso com’è quello ligure".

Per questo l'opposizione punta su una fase di transizione graduale "che parta da uno studio dei fabbisogni della popolazione su cui basare il modello di sanità di cui la Liguria ha davvero bisogno, e non viceversa. Siamo la regione più anziana d’Europa e questo è un dato di cui non si può non tenere conto, visto che l’invecchiamento comporta un aumento delle patologie croniche e degenerative e la necessità di continuità assistenziale. Bisogna costruire un modello di prossimità che guarda ai territori e alle loro peculiarità. L’unica Asl rischia di costringere i cittadini a prestazioni diagnostiche o di analisi in zone molto distanti dalla propria residenza, fenomeno a cui già oggi assistiamo e che, senza specifiche chiare, con la riforma di Bucci, rischia di amplificarsi".

La controproposta si basa su un documento "che parte dal basso e che coinvolge associazioni, personale, enti locali. Siamo per un coordinamento unificato degli ospedali San Martino, Galliera, Villa Scassi, Gaslini, Evangelico, Sestri Ponente, Pontedecimo e futuro ospedale di Erzelli e di Comunità, per migliorare i percorsi e i servizi ospedalieri. Una riforma che non può prescindere dall'unione di sanità e welfare integrando piano socio sanitario e piano sociale integrato. Serve un nuovo patto con i medici di medicina generale per una sanità di prossimità e più vicina ai cittadini. La riforma di Bucci va nella direzione opposta: accentra e allontana la sanità dai territori. Lavoreremo in consiglio regionale affinché non avvenga: la presentazione della nostra controriforma il primo passo”, i Gruppi di opposizione Pd, M5s, Avs, Lop.

La riforma in sintesi

a uno studio dei fabbisogni della popolazione sullo stato di salute della nostra comunità regionale, dei bisogni insoddisfatti e dell’inappropriatezza, che precede il modello da assumere, non viceversa;
al rafforzamento delle tre Aree operative ottimali (AOO) Ponente, Area Metropolitana, Levante: costituiscono articolazioni sovra aziendali rispetto all’attuale articolazione;
a costruire un modello di prossimità. No all’accentramento;
ad avviare un processo di transizione graduale ed efficace. No a una riforma approssimativa costruita in corsa e di corsa;
a un coordinamento unificato degli ospedali San Martino, Galliera, Villa Scassi, Gaslini, Evangelico, Sestri Ponente, Pontedecimo e futuro ospedale di Erzelli e di Comunità. No alla fusione;
a riportare la delega all’edilizia ospedaliera sotto l’assessorato alla Sanità. No al sistema dei commissari;
a una riforma della sanità che avanzi insieme al Piano socio sanitario e al Piano sociale integrato, per migliorare l'integrazione dei servizi alla persona
a un nuovo patto con i medici di medicina generale per una sanità di prossimità
a restituire centralità ai sindaci

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