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Per il vicesindaco metropolitano è necessaria la collaborazione di tutti per salvare la partecipata
5 minuti e 19 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
Simone FranceschiIl vicesindaco della città metropolitana Simone Franceschi

Non si placa la polemica sul consiglio metropolitano di Genova di mercoledì scorso e sull'assemblea dei soci andata in scena nel pomeriggio di giovedì 30 novembre. Al centro dello scontro la decisione del centrodestra di abbandonare l'aula, facendo saltare di conseguenza il numero legale, che non ha di fatto consentito il voto della delibera sulla "presa d'atto" del nuovo piano tariffario di Amt.

Presente in aula il vicesindaco metropolitano Simone Franceschi, riconfermato nel suo ruolo, che durante l'assemblea dei soci ha votato in veste di rappresentante della città metropolitana. Quanto accaduto nella sede della prefettura è stato un déjà-vu di quello che accade nel 2023, come spiegato dallo stesso Franceschi. "In parte condivido quanto fatto dal centrodestra perché le loro motivazioni sono le stesse per cui io, due anni fa, mi assentai insieme ai consiglieri della minoranza perché ritenevamo che fosse un percorso sbagliato - ha spiegato a Primocanale il vicesindaco metropolitano Simone Franceschi -. Nel 2023 venne approvato un atto di indirizzo dove su obiettivi puntuali si delegava l'azienda a definire la politica commerciale e a monitorare l'andamento per garantire il mantenimento dell'equilibrio finanziario".

Lei è tra quelli che ha votato a favore durante l'assemblea dei soci?

"Io sono intervenuto prendendo atto delle tariffe proposte dell'azienda sulla base di un mandato che il consiglio metropolitano ha dato nel 2023, nel senso che se si delega l'azienda a proporre e a monitorare le tariffe, i soci lo fanno perché non è venuto meno quell'indirizzo, perché il riparto dei titoli e gli obiettivi di quell'atto di indirizzo non sono cambiati, quindi l'azienda rispetto al monitoraggio ha registrato il mancato raggiungimento dell'equilibrio economico. Dunque delle due l'una, o io ieri non avevo titolo e allora va bene, ma non aveva titolo nessun altro che in questi due anni ha portato avanti delle decisioni".

Intanto lo stato di salute di Amt è sempre più precario.

"Io credo che in questo momento ci sia un problema enorme, l'azienda ha delle grosse difficoltà finanziarie, dove Città Metropolitana da due anni, porta avanti un affiancamento all'azienda con anticipi di liquidità. E a me dispiace dover dire che quattro dei nove consiglieri che sono usciti erano consiglieri delegati in quel periodo e due degli altri cinque consiglieri sono Comuni soci. Io credo che oggi noi abbiamo un problema, l'assunzione di responsabilità avrebbe voluto una cosa diversa e soprattutto se si contestano dei numeri che sono stati forniti in quella deliberazione, io ricordo a tutti che i numeri nella deliberazione del 2023 non sono neppure presenti".

Franceschi cerchiamo di fare chiarezza rispetto alla presa di posizione dei sindaci del Levante, che in sostanza hanno parlato di illegittimità rispetto alla decisione assunta sul nuovo piano tariffario di Amt.

"Discutiamo dell'illegittimità degli atti che ho assunto ieri? Stiamo discutendo della legittimità degli atti di approvazione della gratuità, della proroga e dell'ulteriore proroga. Perché i comuni che scrivono sono soci e visto che quegli atti sono stati assunti dall'azienda con il voto dei soci, io voglio capire se devo essere preoccupato della responsabilità di una decisione assunta nell'assemblea di ieri, in attesa che venga approvato il piano di risanamento dove all'interno sono definite le tariffe, o devono essere preoccupati tutti quelli che in questi due anni hanno assunto dei provvedimenti, hanno assunto un voto all'interno dell'assemblea dei soci? Io credo che stiamo facendo un errore. Io credo che oggi il problema sia salvare l'azienda. Ma tutto è stato legittimo in questi giorni".

Il piano di risanamento è slittato al prossimo 24 novembre, cosa vi aspettate per quella giornata?

"Ieri l'azienda ci ha presentato un piano che aveva come parte fondamentale l'approvazione delle tariffe, nel senso che se non fossero state approvate le tariffe come costruite, anche alcuni numeri all'interno di quel piano non sarebbero stati più in piedi, perché nel momento in cui si fosse mantenuto la gratuità come precedentemente accaduto, quel piano di risanamento avrebbe avuto un buco di ulteriori dieci milioni. Ora, da qui alla data del 24 ci sono due aspetti che devono essere affrontati".

Ovvero?

"Il primo, che è fondamentale, è quello della rispondenza di tutta una serie di numeri in coerenza con quelli che sono state anche le rendicontazioni che normalmente in questi anni ha evidenziato l'azienda ai soci e alla città metropolitana come concessionari del servizio. Dopodiché il piano prevede una serie di recuperi di risorse finanziarie che non sono solo attribuite ai soci, legate forse alla ricapitalizzazione, ma anche alla gestione del servizio. Si ipotizza dei recuperi di fondi sul fondo trasporto che è regionale, nazionale, perché poi città metropolitana svolge una funzione mediante finanza derivata a una minima compartecipazione all'interno di quello che è il contributo dei comuni all'interno dell'accordo che città metropolitana ha con i comuni, ma è ovvio naturale che tutti gli enti devono essere in grado da qui al 24 di poter dare delle risposte all'azienda. Ripeto, è un lavoro che gli uffici stanno portando avanti, ci saranno le interlocuzioni necessarie anche con la regione e da qui a là contiamo di avere dei dati più certi perché quel piano del risanamento possa essere approvato con una prospettiva di risollevamento dell'azienda".

Il centrodestra ha abbandonato l'aula in consiglio metropolitano, facendo mancare il numero legale, a lei preoccupa da qui ai prossimi anni questo "asso nella manica" da parte dell'opposizione?

"Allora guardi, dire che non mi preoccupa sarebbe sbagliato. Pensare che il consiglio di città metropolitana sia il consiglio comunale di Genova o il consiglio regionale della Liguria su cui certi scontri possono permettersi di andare avanti per tanto tempo, forse no, nel senso che città metropolitana esercita delle funzioni e servizi per i comuni, di conseguenza io vorrei che fosse chiaro un aspetto, i comuni hanno bisogno di risposte, a lungo andare una posizione strumentale, partigiana, chiamatela come volete, in un ente di secondo livello rischia di penalizzare solo i cittadini e i comuni. Io credo che ci debba essere un momento di confronto, poi discutiamo su chi deve essere il primo a fare il passo, però sui temi, se vogliamo discutere di temi con molti degli amministratori che sono in consiglio metropolitano lavoriamo quotidianamente anche in Anci sui temi e le sintesi si possono trovare. Io spero che non si voglia trasformare la città metropolitana, che è un ente che deve fornire servizi ai territori, in un nuovo campo di scontro che non porterà bene a nessuno".

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