GENOVA - In piazza De Ferrari la manifestazione "Liguria. Diritto al futuro" organizzata dai partiti dell'area progressista, che hanno chiamato a raccolta i leader nazionali di Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistra Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
Con loro le dirigenze genovesi e liguri, che nelle ultime ore ha cercato di imbastire al meglio la piazza, non semplice da riempire, soprattutto in piena estate. E lo sanno bene le forze politiche in campo, che non possono rischiare l'effetto boomerang, nella richiesta di dimissioni del presidente (sospeso) Giovanni Toti, e nella battaglia - oramai unitaria - contro il governo Meloni. Tra i temi affrontati anche quelli relativi all'Autonomia differenziata e al Ddl Nordio, passando per il taglio delle liste d'attesa.
Non solo i partiti e i gruppi consiliari che oggi siedono in consiglio regionale, ma anche associazioni, comitati, sindacati. Sul palco non è salito il segretario di Azione Carlo Calenda, che però da Roma ha dato il suo benestare alla presenza dei rappresentanti liguri, a partire da Pippo Rossetti e Cristina Lodi. È stata infatti intavolata, da diverse settimane, un tavolo di confronto tra tutte le forze in campo, compreso il centro di Azione. Non è stata della partita, almeno quella di protesta di oggi, Italia Viva. Ha preso le distanze anche +Europa: a spiegare le motivazioni è stato il segretario Riccardo Magi che commenta: "Ci sono tante buone ragioni politiche per attaccare frontalmente Toti, dalla gestione della sanità a quella dei trasporti regionali. Ma sono convinto non faccia bene alla democrazia spostare lo scontro politico sul terreno giudiziario. Ecco perché oggi +Europa non sarà alla manifestazione. Se Toti dovesse essere assolto dalle accuse non vorrei trovarmi ad avere tratto un vantaggio politico grazie a un'inchiesta infondata. Dopodiché il clima è già esasperato e lo è anche per l'ipocrisia della destra di governo, garantista con gli amici e manettara con tutti gli altri".
Ad aprire i discorsi dal palco è stato Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che non appena arrivato in piazza ha commentato l'inchiesta che vede coinvolto il governatore di Regione Liguria.
"Noi non siamo qui per emettere sentenze di condanna nei confronti di singole persone. Non siamo un tribunale. Non c'è alcuna gogna mediatica. Ma è Toti che non deve mettere una sentenza di condanna nei confronti della comunità ligure. Deve farsi da parte, non può tenere in scacco un'intera regione"
E poi dal palco ha ricordato le priorità per la Liguria, che "ha bisogno di investimenti in sanità. Ha bisogno di investimenti, di sviluppo. Ha bisogno di tutela dell'ambiente, ha bisogno di un governo regionale che sia nel pieno delle sue facoltà e che offre soluzioni concrete". E poi ancora un appello nei confronti di Giovanni Toti, rivolgendosi direttamente a lui. "Vorrei chiarire un primo punto a scanso di equivoci. Toti ha dichiarato che ci è rimasto molto male quando ha saputo di questa manifestazione. Mi rivolgo a lui. Presidente Toti, questa manifestazione non ha obiettivo di alimentare una gogna mediatica sulla tua persona. Ti difenderai in sede processuale e noi non siamo qui per una sentenza di condanna nei tuoi confronti, ma non vogliamo che tu emetta una sentenza di condanna nei confronti della tua Liguria".
Sul palco è poi salito il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che ha chiesto subito il ritorno alle urne per la regione.
"Noi vogliamo che in questa Regione si vada a votare e vogliamo proporre uniti e unite insieme un'alternativa. Basta finanziamenti alla politica da chi ha rapporti di interesse con la pubblica amministrazione. Facciamo insieme questa battaglia di civiltà. Basta con gli scambi di favore. Toti si dimetta, a noi uniti il compito di offrire un'alternativa"
Gli fa eco Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, che ha ribadito la posizione dei movimenti politici scesi in piazza oggi, anch'esso rivolgendosi direttamente al governatore: "Mi voglio rivolgere direttamente al presidente Toti. Toti, non puoi sequestrare la democrazia in questa Regione". A chiudere gli interventi è stata Elly Schlein che, dopo aver salutato le bandiere dei sostenitori del Partito Democratico, ha chiesto le dimissioni del presidente di Regione Liguria.
"Difendiamo il diritto al futuro di questa Regione che non merita di essere tenuta ai domiciliari come il presidente Toti. Salvini e Meloni chiedano le dimissioni di Toti"
"E mi domando cosa aspetti a fare un atto dovuto che è la richiesta di sospensione: non c'è alcun precedente in cui un governo ha tenuto a prendere polvere su una scrivania un atto dovuto come la richiesta di sospensione. Chiaramente noi siamo qui per guardare al futuro di questa regione che oggi è paralizzata e non può attendere l'esito del lavoro della magistratura. Alla magistratura spetta di chiarire i profili di responsabilità sulle vicende che sono emerse nelle indagini. Alla magistratura e non alla politica". E poi l'attenzione della segretaria dem si è rivolta nei confronti di quelle che secondo lei sono le priorità per la Liguria: sanità pubblica, lavoro dignitoso, opportunità per i giovani, Ilva, Ansaldo.
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