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Il Partito Democratico ha esultato per il risultato ottenuto sul territorio genovese, superando il 31% dei consensi, e attribuendo al proprio successo la fine della supremazia del centrodestra. Il sindaco Bucci rimanda al mittente l’analisi
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GENOVA - È un Marco Bucci convalescente, un po’ affaticato, ma come sempre battagliero e con le idee chiare, il sindaco di Genova tornato in aula dopo l’intervento subìto nei giorni scorsi per una neoplasia cutanea. Dal futuro della diga foranea alle elezioni appena concluse, con i risultati che non hanno coinvolto direttamente le sue liste civiche ma che hanno dato un “valutazione” allo stato di salute dei partiti politici. Il Partito Democratico ha esultato per il risultato ottenuto sul territorio genovese, superando il 31% dei consensi, e attribuendo al proprio successo la fine della supremazia del centrodestra. Il sindaco Bucci rimanda al mittente l’analisi, sollecitando i dem e la stampa a saper leggere meglio i numeri.

“Sembra che la matematica sia un’opinione, non si sommano le mele con le pere - ha attaccato Marco Bucci -. Il pd aveva 77 mila voti nel 2019 adesso ne ha 68 mila, non canterei vittoria. Era nel 2019 al 30,05% e oggi è al 31,09%, qualcuno i numeri deve leggerli”. Nessuna preoccupazione quindi per il futuro, e per la tenuta della sua maggioranza. “Il check servirà fatto con calma, ci sarà qualcosa da mettere a posto ma pensare che ci sia la rivoluzione copernicana è un errore, se continua così bene perché le prossime elezioni le perde nuovamente. Bisogna imparare a leggere”. Non c’è quindi nessun giudizio negativo sull’amministrazione e nessuna lettura diversa da quella che attualmente è indicata dalla giunta di centrodestra.

“I numeri sono numeri e guardateli voi (si riferisce alla stampa ndr), nel 2019 sono scesi, eravamo a posto lì e lo siamo anche qui. Non si mescolano le politiche con le europee, io sono tranquillo con 25 voti in consiglio comunale e i rapporti con l’opposizione sono buoni e continuerò ad averli buoni - ha aggiunto il sindaco Bucci -. Se ci aiutano sulle cose di cui la città ha bisogno, li accolgo a braccia aperte, per lavorare insieme soprattutto in questo momento particolare per noi e per la città”. C’è poi un dato, quello dell’astensionismo, dove a Genova e nel resto d’Italia ha votato solo una persona su due.  “Io sono andato subito dopo la dimissione dall’ospedale per dare l’esempio, dobbiamo fare qualcosa adesso, ma adesso non ho idee - ha aggiunto Marco Bucci -. Bisogna pensarci e prima di finire il mandato vorrei che questa cosa migliorasse e sono d’accordo al 100% che bisogna fare qualcosa”.

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