Politica

Il presidente della Lombardia definisce gli arresti di Giovanni Toti una "misura bizzarra"
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Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è entrato a gamba tesa sull'inchiesta di Genova che coinvolge il suo collega Giovanni Toti. Durante una visita a Washington, Fontana ha risposto alle domande delle agenzie italiane, esprimendo perplessità sulle contestazioni mosse al presidente della Liguria. Fontana ha descritto le accuse come "sempre meno comprensibili e sempre più stiracchiate, sempre più frutto di una interpretazione piuttosto che di una concreta realtà". Ha definito inoltre gli arresti domiciliari una "misura bizzarra" considerando i tempi e la natura del presunto reato, che si sarebbe protratto dal 2020 al 2022. "Una pesca a strascico? Una espressione poco giuridica ma molto efficace", ha commentato Fontana.

"Leggendo illegittimamente, come fanno tutti, le carte sui giornali mi sembra di dire che le contestazioni siano sempre meno comprensibili e sempre più stiracchiate e sempre più frutto di una interpretazione piuttosto che di una concreta realtà". Il governatore lombardo ha poi approfondito il suo punto di vista sugli arresti domiciliari per Toti: "Sono convinto che gli arresti domiciliari siano una misura bizzarra per un reato che presuntamente sarebbe iniziato nel 2020 e sarebbe proseguito nel 2021 e nel 2022, con un provvedimento cautelare chiesto a fine 2023 e arrivato a maggio 2024: diciamo che non la presenterei come tesi di laurea per rappresentare come funziona propriamente il procedimento giudiziario in Italia". Fontana ha sottolineato l'apparente paradosso della situazione: "Anche perché uno si chiede 'ma se tu sai che quel certo governatore sta commettendo un reato nel 2021 e poi sai che lo commette ancora nel 2022 e lasci che lo commetta anche nel 2023...'.

Beh a me risulta che ci sarebbe forse qualche dovere del pubblico ministero per impedire che il reato possa continuare ad essere perpetrato". Parlando più in generale dell'inchiesta, Fontana ha osservato: "Ci sono dei reati che non esistono e che non vengono perseguiti e ci sono invece dei reati che esistono e per consuetudine non vengono perseguiti. È una cosa curiosa... dovremmo introdurre nel codice di procedura il reato non perseguibile". Infine, Fontana ha fatto una riflessione più ampia sul finanziamento della politica: "Si torna al discorso di fondo: se non vogliamo che la politica venga finanziata dal pubblico o accettiamo che venga finanziata dal privato, ed è normale che il privato finanzi chi ha idee e propone scelte più affini alle sue sensibilità, oppure lasciamo che la politica non possa essere finanziata neppure dal privato e allora la porta si apre ai ricchissimi. In tal caso io mi ritiro".

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