Politica

I consiglieri affermano che esiste la possibilità di un conflitto di interesse per quanto riguarda le tempistiche dell’assunzione della collaboratrice, che sarebbe avvenuta dopo la richiesta di accredito della cooperativa Misecoop
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GENOVA - Dimissioni dell’assessore alle Politiche Sociali Lorenza Rosso ma anche chiarimenti riguardo alle tempistiche con cui è stata contrattualizzata la collaboratrice, ormai dimissionaria, dell’assessore. Sono queste le richieste della minoranza in consiglio comunale formata da Pd, Azione, Lista Rossoverde e Movimento 5 Stelle dopo le grandi polemiche iniziate in seguito alla scoperta che il terreno su cui sono stati collocati i container che avrebbero dovuto ospitare almeno 20 minori non accompagnati appartiene ad una società di proprietà proprio di Valentina Militerno (LEGGI QUI).

La minoranza conferma la richiesta di dimissioni dell’assessore e torna alla carica sul tema del conflitto d’interesse, che non riguarda i rapporti tra Grunelius Srl, la società di Militerno, e il comune, che di fatto non sono diretti e riguardano due diversi accordi con la cooperativa Misecoop, ma l’assunzione attraverso un contratto part time ex articolo 90, ovvero a chiamata diretta, avvenuta il 25 settembre 2023 e quindi successivamente al collocamento dei container nell’area dell’ex circolo Arci di via Cambiaso e alla richiesta di accredito della cooperativa.

Il segretario genovese del Partito Democratico Simone D’Angelo ha parlato di “silenzio imbarazzante da parte dell’assessore Rosso”. “Bisogna capire quali uffici si sono occupati di questa pratica” ha aggiunto, perché “mancano certezze su numeri e date. Perché è stata contrattualizzata in fase successiva alla proposta? Questa vicenda richiama a responsabilità e risposte”.

Secondo Cristina Lodi del gruppo misto i problemi sono due: “L’uso della menzogna e la mala gestione accoglienza, di cui discuteremo martedì in consiglio. L’accoglienza diffusa non c’è”. Lodi ha sollevato anche la questione degli ex articolo 90: “C’è un utilizzo spropositato, è la rovina di questa amministrazione e diventa un danno per tutta la macchina. Gli operatori del comune garantiscono imparzialità per i cittadini, non si possono dare tutti questi incarichi diretti”.

Filippo Bruzzone e Francesca Ghio della Lista Rossoverde rivendicano di aver “sempre sottolineato che il luogo non era idoneo. Colpisce poi la totale assenza di assunzione di responsabilità, umiliante nei confronti della città che vuole accogliere e gestire bene l’accoglienza”.

“Bisogna capire qual è la verità di quel luogo, perché è stato scelto - attacca infine Fabio Ceraudo del Movimento 5 Stelle -. La domanda è se i lavori nell’area li abbia fatti il comune o no, nel caso sarebbe un danno erariale. Esiste un contratto firmato? Esisteva un canone di locazione?”. Per questo l'opposizione ha avanzato una richiesta di accesso agli atti.

L'opposizione fa anche riferimento ad una visita dell'assessore Rosso nell'area di via Cambiaso il 4 luglio, fatto che non trova conferme nelle parole dell'interessata che ha sempre dichiarato di non essere mai stata sul posto.

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