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Angelo Vaccarezza: "Pierangelo Olivieri ha vinto queste elezioni per come ha saputo interpretare in questi quattro anni il ruolo di presidente della provincia. Quel centrodestra che conta quasi il 60% nel savonese, questa volta ha preso il 30%"
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SAVONA - Che sia vento forte di burrasca o tifone vero e proprio sulla politica ligure lo scopriremo solo con il tempo, ma le elezioni provinciali di Savona hanno lasciato più di uno strascico. Una riconferma, quella al secondo mandato del sindaco di Calizzano Pierangelo Olivieri (con il 67% dei voti), che è apparsa tutt'altro che scontata ma, soprattutto, non è passata in cavalleria. Una sfida tutta interna al centrodestra tra il totiano Olivieri e il leghista Giancarlo Canepa, sostenuto anche da Fratelli d'Italia e Forza Italia. E allora, la spaccatura interna agli alleati ha aperto un nuovo scenario: è andato infatti a comporsi quell'asse che, nel post governo Draghi, più di un esponente politico auspicava.

Toti-Pd e Terzo Polo, insieme per un grande centro, moderato, che non guardi troppo né a destra né a sinistra. Certo, è ancora presto per dirlo, soprattutto adesso che il Partito democratico è a poco più di un mese da un congresso da dentro o fuori, chiamato a scegliere la futura o il futuro candidata/o alla segreteria. Laconico il commento del presidente della Regione Giovanni Toti, all'indomani della frattura con i suoi alleati. "Non ho capito il centrodestra che si è spaccato sul nome di Olivieri, un candidato moderato, equilibrato e con esperienza. Avevo chiesto dall'inizio che ci fosse convergenza, spiace che qualcuno all'interno del centrodestra abbia ritenuto il nome improponibile e ne abbia proposto uno diverso". L'elezione era aperta a sindaci, assessori e consiglieri comunali della provincia savonese.

Sullo scontro interno al centrodestra è intervenuto anche il presidente di 'Cambiamo con Toti' in consiglio regionale Angelo Vaccarezza. "Pierangelo Olivieri ha vinto queste elezioni per come ha saputo interpretare in questi quattro anni il ruolo di presidente della provincia, le ha vinte essendo presente quando il nostro territorio così fragile chiamava la necessità di un intervento, sempre presente sulle frane insieme a Giacomo Giampedrone (assessore alla Protezione civile ndr), le ha vinte quando prese in mano la penna e firmò 50 milioni di somme urgenze, avendo 4 milioni in cassa, rischiando del proprio, firmando lui, perché bisognava riaprire 30 strade provinciali chiuse. Si è assunto l'onere di essere il presidente della provincia di Savona. Il vincitore è Pierangelo Olivieri". Dalla riflessione pragmatica che ha portato alla rielezione di Olivieri, a quella politica, tutta interna al centrodestra. Così Angelo Vaccarezza analizza quanto sta accadendo tra gli alleati.

"Tre partiti, Forza Italia-Fratelli d'Italia-Lega, il grosso del centrodestra a livello nazionale ma non a livello ligure, hanno deciso che Pierangelo Olivieri non si dovesse ricandidare, senza motivazione. A noi è sembrata una cosa assurda, loro hanno scelto di contrapporre un altro amministratore e il risultato è stato sotto gli occhi di tutti. Quel centrodestra che conta quasi il 60% nel savonese, questa volta ha preso il 30%. Questo significa che il mondo moderato, quello che per capirci fa riferimento a Giovanni Toti vale, lo dicono i numeri, metà della coalizione. Credo che quanto accaduto serva per riflettere. Mi auguro che il centrodestra non si divida più, ma ci sono delle regole che bisogna rispettare e che all'interno della coalizione vanno rispettate, da parte di tutti". Inciuci sì, inciuci no. Sia a destra che a sinistra. Toti con Pd e Terzo Polo, anche l'ala più a sinistra ha gridato allo scandalo, come d'altronde quella di destra, che forse ri-intravede lo spettro di un avvicinamento troppo al centro da parte del presidente di Regione Liguria.

"Niente di tutto questo, la politica non è fatta solo nelle segrete stanze, perché ci sono sempre due livelli in politica. Quell'accordo è nato perché il Partito democratico in provincia di Savona ha una testa che è fatta di amministratori, è stato un accordo naturale quello di sederci intorno a un tavolo e condividere questo lavoro, fatto di capacità risolutiva dei problemi. Una frana o un'alluvione non sono né di destra né di sinistra, bisogna trovare le soluzioni ed è stato fatto con l'attuale dirigenza del Pd. Spero a questo punto prevalga l'interesse del territorio e non quello del partito, noi lo abbiamo anteposto e gli amministratori ci hanno dato fiducia. A proposito, buon lavoro Pierangelo", chiosa il presidente di 'Cambiamo con Toti' Angelo Vaccarezza.

Maretta tra Toti e i partiti della sua coalizione? A smorzare i toni ci pensa il coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco, che spiega a Primocanale: "Per me è importante lavorare sul centrodestra, per un sereno e proficuo confronto politico che deve imporre riflessioni importanti per il futuro, dopo il voto unisono di Toti, Partito democratico e Terzo Polo. L'obiettivo di Forza Italia è quello di essere un vero e proprio collante del centrodestra, perché è questa la ricetta vincente. Il centrodestra che corre separato, lo abbiamo già sperimentato, è perdente".

Insomma, se dopo la tempesta continuerà a piovere o tornerà il sole dipenderà, non solo dal centrodestra, ma anche dal Partito democratico e dal suo futuro segretario. C'è chi punterebbe su Stefano Bonaccini con il suo campo largo al centro, chi su Elly Schlein e la sua alleanza con i rossoverdi e il Movimento Cinque Stelle. Bonaccini e Toti, molto sintoni già in tempi non sospetti nella Conferenza delle Regioni, con endorsement reciproci, potrebbero ritrovarsi un giorno seduti allo stesso tavolo. Almeno a dialogare.