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Il nuovo piano socio sanitario regionale prevede la volontà di chiudere anche quella del Villa Scassi di Genova Sampierdarena. Protesta anche il Pd, Lodi chiede una commissione sulla sanità
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GENOVA - Non c'è ancora nulla di ufficiale, ma dalle prime dichiarazioni sembra che il nuovo piano socio-sanitario della Regione Liguria che sarà presentato nelle prossime settimane preveda la chiusura di due punti nascita, quello dell’ospedale San Paolo di Savona e quello del Villa Scassi di Sampierdarena. Ipotesi sulle quali intervengono sia il consigliere regionale Gianni Pastorino, di Linea Condivisa, che la consigliera genovese del Pd, Cristina Lodi.

"Chiudere il reparto natalità di Savona è ignominiosa - sostiene Pastorino - Non si può chiudere il centro di un capoluogo di provincia dove, peraltro, ci sono più nascite rispetto al centro di Pietra Ligure. Questa decisione determinerà, di fatto, una situazione di grande difficoltà per tutte le aree interne che gravitano intorno a Savona".

Secondo Pastorino "chiudere il centro del San Paolo non è una scelta di programmazione sanitaria, ma una volontà dettata da spinte politiche provenienti dal territorio, del tutto trasversali, che non trovano nessun elemento di razionalità. Aspettiamo dunque che il presidente Toti e l'assessore alla sanità Gratarola ce lo vengano a spiegare nelle sedi competenti".

Anche riguardo la chiusura della natalità del Villa Scassi di Sampierdarena, il consigliere di Linea Condivisa sottolinea la necessità di "un’attenta analisi dei numeri e, allo stesso tempo, della conformazione della città, tenendo conto del rapporto di sinergia che esiste tra le strutture". "Non è possibile - scrive Pastorino in una nota - che una vicenda così delicata venga annunciata mediaticamente, prima ancora di trovare un livello di discussione politica e tecnica sia con la Commissione regionale, sia con il Comune di Genova, a meno che il sindaco Bucci non sia già completamente d’accordo".

Sulla stessa linea è Cristina Lodi, consigliere comunale a Genova del Pd, che chiede la convocazione di una commissione consiliare sul futuro della sanità a Genova e in Liguria. "Se il nuovo piano socio-sanitario fosse ben organizzato e pensato, i servizi territoriali a sostegno della maternità pre e post parto andrebbero potenziati e implementati, non ridotti - commenta Lodi - Il Villa Scassi è di fondamentale importanza perché copre anche i territori della Val Polcevera e della Valle Scrivia, che non hanno un ospedale a cui appoggiarsi. Se nella decisione fossero coinvolti i sindaci, le Asl, le organizzazioni sindacali, gli ordini professionali, gli operatori e le associazioni del territorio si conoscerebbe l’importanza di mantenere aperti e attivi i punti nascita. Ogni anno nascono dai cinque ai dieci bimbi in automobile".

"Forse al presidente Toti - conclude Lodi - è sfuggito che l'ospedale Villa Scassi ha una maternità di eccellenza, che segue i bambini anche dopo la nascita con le loro mamme, in una zona in cui c’è anche un alto tasso di donne giovani e straniere".

 

In qualità di vicepresidente della Commissione Welfare, ho formulato la richiesta di una commissione consiliare che dia risposte sul futuro della sanità a Genova, partendo dall’analisi della conferenza dei Sindaci della Asl 3 e dai bisogni dei cittadini. Con una lettera all’assessore Rosso, chiederò inoltre di convocare una conferenza dei Sindaci, perché è giunto il momento di dire basta alla gestione di una sanità che toglie i servizi e non parte dai bisogni».