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"Tutto il gruppo dirigente è responsabile della sconfitta" dice il 25enne segretario del circolo di Santa Margherita. "Dobbiamo parlare di redistribuzione della ricchezza, non lo abbiamo fatto"
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GENOVA - Sono stati i più giovani, ieri alla Direzione regionale del Pd, i più critici sulla situazione del partito anche a livello nazionale. Direzione al termine della quale si è deciso un percorso che si concluderà con le dimissioni del segretario ligure Valentina Ghio e all’individuazione in Assemblea di un nome nuovo. Una percorso che per molti deve essere motivo per rinnovare tutto il partito.

Gugliemo Caversazio, classe 1997, è il segretario del circolo di Santa Margherita. Lo è diventato quando aveva 19 anni. A 22 è stato candidato sindaco del suo Comune e oggi, a 25 anni, ha le idee chiare su cosa dovrebbe fare il Pd. Lo ha detto chiaramente ieri: “Una sconfitta che si sussegue a altre sconfitte, specie in Liguria, necessita di una riflessione profonda, non possiamo pensare solo al segretario. Tutto il gruppo dirigente va coinvolto”. Il suo è stato uno degli interventi più critici “perché – spiega a Primocanale, il giorno dopo – non concordo sull’impostazione dell’analisi che viene fatta soprattutto a livello nazionale. Tutti gli apparati devono assumersi le proprie colpe, specie chi ha avuto più responsabilità nelle scelte fatte”.

“Oggi – dice Caversazio, prossimo alla laurea magistrale in amministrazione pubblica e politica – il Pd è distante dalla realtà, profondamente cambiata negli ultimi anni. Dobbiamo prendere atto che pochi si arricchiscono, mentre la maggior parte delle persone è in sofferenza, anche in Italia. Dovremmo essere capaci di parlare di redistribuzione della ricchezza, e invece non lo abbiamo fatto e continuiamo a non farlo. Non possiamo più trascurare il problema della giustizia sociale. Per chi fa parte della famiglia politica socialista dovrebbe essere la prima preoccupazione per il futuro”.

Per Caversazio la discussione interna in vista del Congresso nazionale “dovrebbe basarsi su questa autocritica: aver disatteso le aspettative dell’elettorato sui temi economico-sociali. Spero di non vedere, invece, le solite liti per far fuori l'uno o l’altro dirigente”. “In 10 anni da iscritto al Pd, la tessera ce l’ho da 9, ma frequentavo il partito già a 15 anni – dice – ho visto momenti di rifondazione che in realtà non si sono tradotti in un vero momento di rottura e di ripensamento della linea politica, ma nel riposizionamento di pezzi di classe dirigente. Questo ha contribuito a attribuirci una immagine negativa nei confronti di chi era solito votarci. L'ultima sconfitta elettorale ci dà la possibilità di non ripetere più schemi che abbiamo visto non funzionare”.

E in Liguria come stanno le cose? “La situazione è più complessa – dice a Primocanale – perché il Pd non è andato male, ma ad oggi non siamo incisivi nonostante il centrodestra sia arretrato e si aprano spiragli di contendibilità della Regione. Al Pd ligure serve un percorso di rinnovamento della linea politica e della classe dirigente. Credo fortemente che per dire cose nuove servano facce nuove”.

E’ una candidatura? “No, anzi: credo che serva un ragionamento più collettivo, che non parta dai singoli che ambiscono a fare i segretari. Inoltre presto mi dimetterò anche da presidente del circolo Pd di Santa Margherita per dare ad altri giovani la stessa opportunità che ho avuto io da giovanissimo. Ovviamente sarò sempre a disposizione per dare il mio contributo”.

A 15 anni Gugliemo Caversazio è entrato per la prima volta in una sezione del Pd. Il segretario nazionale era Pierluigi Bersani. “Mi sono appassionato alla politica grazie ai racconti di mio nonno partigiano, che mi ha trasmesso i valori della libertà e dell’antifascismo. E per me – dice – è stato importante essere accolto da persone più grandi che mi hanno coinvolto fin da subito nelle discussioni”. Da candidato sindaco di Santa Margherita nel 2019, quando aveva solo 22 anni, ha ottenuto il 21% dei consensi “più della media nazionale del partito a quelle elezioni” dice con orgoglio.
“Mi auguro che nel futuro i giovani all'interno del Pd possano essere sempre di più – conclude – Giustizia sociale e ambientale sono temi preoccupanti e fondamentali oggi. E occuparsene è soprattutto responsabilità di noi giovani”.