Politica

A Terrazza Colombo il ministro del lavoro analizza il momento politico in vista dell'appuntamento del 25 di settembre
3 minuti e 30 secondi di lettura

GENOVA - Terrazza incontra Andrea Orlando, ministro al lavoro e candidato per il Partito Democratico, nella coalizione con +Europa, Europa Verde e Sinistra Italiana, come capolista alla Camera. Nell'intervista con il direttore di Primocanale Matteo Cantile si parte da Mario Draghi che nell'ultimo consiglio dei ministri ha dato la sua indisponibilità ad un Draghi bis. Ma per Orlando si è trattato di un momento molto importante dato che "era l’ultima occasione per dare una risposta a famiglie e imprese sul dramma del caro energia, nonostante il Governo non abbia più una maggioranza, siamo riusciti a portare a casa misure significative". 

"Abbiamo deciso per un aumento degli sgravi fiscali per le imprese, per cui il caro bollette verrà ammortizzato con questo intervento. Abbiamo poi ottenuto altri bonus per aiutare i redditi, sostegni più importanti avrebbero richiesto una manovra di bilancio. Abbiamo aumentato i fondi per il bonus trasporti, per cui fino alla fine dell'anno si possono richiedere 60 euro al mese"

I traguardi di Orlando sono di aver "incluso il terzo settore per gli aiuti in merito ai rincari energetici, la cui attività dal Covid agli aiuti all’Ucraina ha avuto un ruolo fondamentale, e si sono introdotte normative più stringenti contro la delocalizzazione selvaggia, si sono aumentati i tempi che obbligano una impresa a dialogare con le parti sociali, aumentate le sanzioni per chi non rispetta queste normative e chi se ne va senza motivi fondati deve restituire i 10 anni precedenti di contributi pubblici".

Venendo al tema più caldo, quello delle elezioni, Orlando parte dal motivo per votare il Partito Democratico: "Il quadro è questo, c’è una legge elettorale che prevede una sfida a due e non c’è medaglia di bronzo", commenta.

"Chi vuole fermare la destra deve votare il Pd, ma non voglio metterla solo sul voto utile. Ci sono persone di qualità i sindaci come Katia Piccardo e Daniele Montebello che hanno esperienze amministrative sul territorio e hanno avuto grandi capacità di gestione anche in emergenze, come dopo l'alluvione di Rossiglione"

Una partita difficile, specialmente sui sei collegi uninominali della Regione, dove la partita si complica dalla frammentazione della sinistra e di un campo largo che è mancato. Ma per Orlando "le distanze nei collegi che ho citato sono più ridotte, la campagna elettorale è ancora poco rodata e ai cittadini va spiegato chiaramente che negli uninominali soltanto chi arriva primo passa, se si esprime un voto per un candidato non competitivo nel collegio quel voto non peserà. Tutti quelli che vogliono fermare la destra devono per forza fare voto utile, è la natura di questa legge elettorale".

 Il campo largo che si era presentato alle elezioni comunali di Genova e Spezia con il Movimento 5 Stelle ha visto inevitabilmente l'alleanza rotta dopo la caduta del governo e ricucire i rapporti dopo il 25 di settembre non sarà così facile. "Il Movimento 5 Stelle ha creato un cortocircuito per l’alleanza, diventa difficile sostenere quanto abbiamo fatto in precedenza di positivo nel governo Draghi dopo che l’hanno fatto cadere. Il nostro compito resta però di dialogare con tutte le forze che non si riconoscono nell'estrema destra, che raggruppa tutte le forze nazionaliste a livello europeo".

L'analisi personale di Orlando è chiara sul perché tanti italiani potrebbero votare, come i dati delle ultime settimane sembrano voler dimostrare, Fratelli D'Italia di Giorgia Meloni: "Intanto negli ultimi 5 anni non c’è nessuna elezione andata come doveva, quindi poi vedremo come andrà".

"Di certo Fdi ha lucrato nel rimanere all’opposizione, si è messa a guardare quanto succedeva in una fase di grande emergenza e in questi momenti di incertezza frasi nazionaliste, che contrappongono ultimi e penultimi, che mettono in scontro con il resto delle altre nazioni"

 Per Orlando c'è poi un tema da chiarire da parte del centrodestra di Noi Moderati e del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, prima di andare al voto e si tratta del rigassificatore. "Se ci sarà necessità di realizzarne un secondo in Liguria non sarò contrario, ma per il momento mi sembra non sia così visto che la scelta è ricaduta su Piombino. A questo punto vorrei chiedere a Toti dove vorrebbe metterne un altro, forse sarebbe un punto da chiarire prima delle elezioni per onestà di fronte ai liguri".