Politica

La società del gruppo Leonardo e un futuro da decifrare
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Cantiri Oto Melara alla Spezia

LA SPEZIA -  L’ipotesi di una cessione della ex Oto Melara, con il gruppo franco-tedesco Knds che avrebbe presentato un’offerta di circa 650 milioni di euro, alimenta il dibattito politico-sindacale, legato al futuro dell’azienda con sede alla Spezia.

Da settimane si attende la proposta di Fincantieri che sembrava destinata ad acquisire le quote di Oto Melara, per dare vita a un rafforzamento di un polo industriale, fortemente legato alla presenza dello Stato: la società che produce cannoni e sistemi per la Difesa è in orbita ‘Leonardo’ (in mano al Tesoro per il 30,2%), mentre Fincantieri, tramite CDP Industria, è in mano pubblica al 71,3%.

Ma se è vero che il mantenimento in mani italiane di Oto Melara è auspicata da più parti, i vertici di Leonardo sarebbero fortemente indirizzati sulla proposta straniera: KNDS avrebbe messo sul piatto il mantenimento dei livelli occupazionali, ma soprattutto il progetto di un nuovo carro armato che potrebbe avere quote di mercato superiori ai 10 miliardi. Un piano che ha entusiasmato Macron e Merkel. E che stuzzica anche il Presidente Draghi.

A livello ligure c’è soprattutto attesa. Giovanni Toti, Presidente di Regione Liguria, sostiene che “La cessione dell’ex Oto Melara alla Spezia da parte di Leonardo non può essere l’ennesima dismissione di un’industria strategica nazionale. Tanta tecnologia, tanto delicata, nel settore della difesa deve restare saldamente in mani italiane”.

“In Liguria, grazie alla presenza di tre cantieri navali di Fincantieri, c’è la possibilità di creare uno straordinario polo della difesa – aggiunge Toti - legato alle competenze del territorio e indispensabile al paese. Tanto più oggi che si torna a parlare di Difesa comune europea”.

Il grande polo della difesa italiano resta un’idea percorribile. Ed è sostenuta anche da sindacati e associazioni del territorio: la Confartigianato ricorda che alla Spezia “Sono circa cento imprese che occupano tra diretti e indiretti oltre mille e cinquecento persone. Il fermento è iniziato dalle indiscrezioni di qualche mese fa che facevano presumere la volontà di cedere le attività ex Oto Melara, a Fincantieri e a realtà industriali europee. Come Confartigianato chiediamo al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando e al Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli un coinvolgimento delle imprese dell’indotto che non possono essere spettatori inermi di questa delicata trattativa”.

Nel mondo sindacale anche la Cisl punta sull’accordo con Fincantieri: “Sarebbe la soluzione migliore – dice Giancluca Tavilla della FimCisl - Si prospettava un progetto che potesse essere interamente italiano. Con la proposta franco-tedesca ci potrebbe essere uno smembramento, legato all’acquisizione della sola parte terrestre. Una fusione tra i due più grandi gruppi italiani ha invece un senso industriale che farebbe diventare questa realtà leader mondiale”.