Giovanni Toti, fondatore di "Italia al Centro" e presidente della Regione Liguria, ribadisce la sua preferenza per la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, anche con una maggioranza priva del M5S o di quel che ne resta. “Nei momenti difficili - scrive Toti sulle sue pagine social - bisogna essere rigorosi nei ragionamenti e non velleitari negli scopi. Il Paese ha bisogno che il Governo vada avanti, altrimenti si rischia di perdere una cinquantina di miliardi, migliaia di posti di lavoro, bollette e caro spesa insostenibili per gli italiani. Non solo, si rischia di lasciare il Paese senza guida in mezzo ad una guerra. Ora, nessuno più di me sarebbe felice di vedere un Governo Draghi con il Movimento 5 Stelle all’opposizione, unico luogo dove ha dimostrato di poter stare con le sue idee distruttive”.
“Ma in questi casi - prosegue - il meglio potrebbe essere nemico del bene. Quindi l’obiettivo principale è la prosecuzione dell’Esecutivo, per non far pagare un doppio prezzo ai cittadini: la follia grillina e i veti degli altri partiti. Dovranno decidere il Premier Draghi e il Presidente Mattarella come chiudere questa crisi. E tutti dovranno accettare la loro decisione. Senza se e senza ma. Semmai tutti i partiti si ricordino di questo momento quando torneremo alle elezioni, quando dovranno scegliere alleanze e programmi. Se lo ricordino quando dovranno difendere una legge elettorale che, se non cambiata, costringerà ancora una volta ad alleanze irragionevoli tra diversi”.
“Se lo ricordino quando qualcuno per un voto in più tornerà a promettere cose irrealizzabili e irragionevoli. Se lo ricordino quando invece di difendere scelte razionali qualcuno scriverà il proprio programma sulle urla delle piazze. Questa occasione può avere una sola utilità: convincere tutti ad una politica nuova. E il bipolarismo italiano - conclude Toti - deve diventare tra chi segue la linea della serietà, della responsabilità e del rigore e chi invece continua a pensare che abbia ragione chi urla più forte la cosa più irrazionale. Il bipolarismo del buonsenso”.
IL COMMENTO
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