cronaca

Le parti civili hanno provato a introdurre una ulteriore responsabilità
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Udienza drammatica al processo bis per il crollo della Torre piloti del porto di Genova, quello incentrato sul luogo dove la torre venne costruita. L'edificio crollò il 7 maggio 2013 a causa dell'urto del cargo Jolly Nero che aveva una avaria al motore provocando nove morti. In aula è stata sentita Adele Chiello, la mamma di Giuseppe Tusa, militare della guardia costiera deceduto. La donna ha ripercorso quanto provato dalla notizia della morte del figlio fino ai processi.

Il processo, che vede 12 imputati
tra costruttori, collaudatori e datori di lavoro delle vittime, è nato grazie alla sua tenacia. La procura aveva chiesto l'archiviazione ma, dopo l'opposizione della Tusa il gip aveva ordinato nuove indagini. Oltre alla mamma del marinaio sono stati sentiti i sub che recuperarono i corpi delle vittime rimaste incastrate tra le macerie sott'acqua e l'ex generale dei Ris Luciano Garofano, consulente delle parti civili.

Le parti civili hanno provato a introdurre una ulteriore responsabilità per ritardo nell'intervento di soccorso ma il giudice ha detto che non rientrava nel capo di imputazione. Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Walter Cotugno, la torre piloti di Genova venne "costruita a cavallo della banchina senza tener conto delle azioni non ordinarie incidenti sulla struttura come l'urto di navi in manovra nello spazio acqueo antistante al manufatto in assenza di qualsiasi protezione".