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Attesa per il Consiglio dei ministri, monito dal commissario Arcuri
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Da una parte un lockdown prolungato dal 24 dicembre al 6 gennaio, dall'altra uno 'alternato' che comprenda i festivi e i prefestivi. Quindi due blocchi: il primo da 24 al 26 dicembre, il secondo dal 31 al 3 gennaio. Sono queste le due ipotesi sul tavolo del Governo con un Consiglio dei ministri che si preannuncia caldo nei toni e nell a temperatura interna ai rapporti tra le forze politiche.

Il ministro Boccia avrebbe chiesto alla Regioni "unità" sulle misure da introdurre: "Le festività di Natale sono più rischiose di Ferragosto. La proposta di maggiori restrizioni è legata alla necessità di dare un ulteriore impulso al contenimento del contagio per poter alleggerire sempre più il peso sulle reti sanitarie. Il raffreddamento della curva e la riduzione dell'Rt è un ottimo risultato che abbiamo raggiunto insieme evitando il lockdown nazionale in questi mesi grazie al sistema degli interventi territoriali. Siamo passati da 1,72 allo 0,8. Il modo in cui usciremo dalle festività di Natale determinerà la nostra riserva e l'aiuto alle reti sanitarie per i tre mesi successivi".

Il vice presidente della Conferenza Regioni, il governatore ligure Giovanni Toti, ribadisce che "il sistema di misure diverse per regioni sulla base dei colori corrispondenti alla gravità della situazione funziona e va mantenuto anche nelle festività natalizie. Rispetteremo con scrupolo e rigore tutto ciò che sarà deciso, ma sono perplesso".  Secondo Toti, il "governo come al solito sta decidendo con canali propri. Ha avuto la cortesia istituzionale di sentire il parere delle Regioni e di illustrarci decisioni prese comunque in altra sede non in concerto con noi, ma il decreto del presidente Conte è del 3 dicembre: perché non riusciamo a tenere le stesse regole per più di due settimane?".

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Secondo Toti, Zaia "ha fatto benissimo, in un momento di difficoltà anticipando decisioni più rigide, proprio sulla base delle differenziazioni locali" a emettere un'ordinanza che chiude i confini comunali in Veneto dopo le 14. "Con lo stesso principio, un territorio che ha un quadro migliore perché dovrebbe chiudere tutto?. Se a novembre chi era in arancione o rosso non poteva spostarsi in un’altra regione, lo stesso dovrebbe valere il giorno di Natale", continua Toti.

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Un monito arriva dal commissario straordinario per il Covid, Domenico Arcuri. "Non pensiamo a trascorrere un buon Natale, ma pensiamo a trascorrere un Natale 'buono': dobbiamo avere cura di noi stessi e dei nostri cari, essere prudenti, pazienti, cauti e responsabili. Per arrivare ordinatamente all'appuntamento con il vaccino. Perché sarebbe davvero complicato iniziare la campagna nel mezzo di una terza ondata di contagi". La necessità di una nuova stretta, è stato spiegato dai tecnici del Cts, "è legata all'impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall'altro a dati ancora "preoccupanti", con un'incidenza dei nuovi casi ancora troppo alta".

"Noi in Liguria ora abbiamo una situazione in miglioramento, con uno degli Rt più bassi d’Italia, ricoveri e terapie intensive in decrescita, ma mica sono un negazionista". Sui ristori infine il presidente della Liguria difende il modello tedesco: "Sinora in Italia non abbiamo dato ristori alle categorie danneggiate ma sussidi. C’è una differenza sostanziale: se al negoziante che deve chiudere, faccio arrivare 600 euro, quando li prende può mangiare. Se invece lo ristoro dell’80 per cento del fatturato, faccio sopravvivere la sua attività", conclude Toti.