"Il momento in cui tutto riprenderà sarà quello in cui le persone sapranno che all'aria aperta è proibito usare la mascherina perchè dannosa per la circolazione dell'aria, ma siccome c'è evidentemente una suggestione anche economica che ha imposto milioni di mascherine, noi viviamo una specie di incubo mediatico un cui l'informazione che arriva è quella di morte. Credo che occorrerà dare informazioni di speranza e rassicurazione del limite basso e di età molto alta per la mortalità causata dal virus e quindi ripristinare, come sarebbe stato giusto fare dall'inizio, regione per regione la circolazione delle persone". Vittorio Sgarbi a Genova per la Rolli Days digital week parla della situazione italiana legata all'emergenza coronavirus.
Il critico d'arte premette di non voler fare polemica ma il dito pare puntato dritto dritto sulle decisioni prese a Roma per gestire la diffusione del contagio e anche sul mondo dell'informazione. Sgarbi nella sua analisi prosegue: "Ci siamo basati su principi molto prudenti ma abbiamo limitato le libertà basilari dei cittadini in modo molto violento e forse eccessive, senza fare polemiche. Non si può continuare a diffondere il pericolo, confido che l'aria aperta sia più salutare che non l'anidride carbonica che voi state respirando con le mascherine. E' stata una suggestione mondiale, in parte motivata, noi abbiamo scelto la linea italiana che è stata molto rigida. Certamente sbagliata almeno in un punto di vista perchè quando hai in 3 mesi 160 morti in Sicilia di cui uno in provincia di Ragusa vuol dire che non dovevi chiudere proprio tutto tutto. Bisognava stare attenti a una cosa:il contagio si è diffuso al 60% negli ospedali e al 30% nelle casi di riposo, ovvero persone malate e persone anziane. Quindi vuol dire il 90% della diffusione si è avuto a bambini e persone che non non potevano stare al parco, all'aria aperta, in spiaggia, tutte interdizioni folli, se vai a cercare il contagio all'aria aperta non lo trovi".
Il deputato conosciuto per le sua affermazioni sibilline precisa ancora: "Siamo di fronte a una serie di misure che hanno allarmato e le persone si sono impaurite, abbiamo una società impaurita e dobbiamo liberarla, mantenendo quella legittima prudenza. Oggi a Lugano sono tutti sulle strade, Lugano non è un altro mondo".
Sgarbi, che è direttore artistico della Fondazione Pallavicino, ha parlato anche della cultura e dei Rolli Days di Genova: "E' stata disattesa la legge 2015 per quanto riguarda i musei che afferma che i musei non sono servizi meno importanti dei supermercati e non si capisce perchè al supermercato dove si toccano gli oggetti si può andare e al museo dove c'è il distanziamento perchè l'opera d'arte non si può toccare no. Il giorno dei Rolli è stato concepito con intelligenza ma su un piano che non corrisponde alla città che è un luogo meraviglioso da vivere, certo è che per vedere dei collegamenti e dei filmati questa attività si può fare anche non nel giorno dei Rolli, va benissimo farlo. E' il segnale di un'impotenza a cui si è tentata una compensazione attraverso un principio abile ma non risolutivo" spiega Sgarbi aspettando la riapertura dei musei e augurandosi che a settembre "tutto sia diradato e le attività programmate".
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Rolli Days, Sgarbi critica il Governo: "Viviamo in un incubo mediatico"
Il deputato e critico d'arte: "Non si può continuare a diffondere il pericolo"
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