cronaca

Parla il vicepresidente Cattaneo
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"Genova ha questo triste primato, noi contestiamo i meccanismi con cui viene calcolata e chiadiamo alle amministrazioni che portino avanti misure che permetteno di allineare le spese ai valori nazionali". Oscar Cattaneo, vicepresidente Ascom Liguria chiede al Comune di intervenire. Il nodo della questione è il costo della Tari che secondo i dati dell'osservatorio a Genova per bar, ortofrutta, ristoranti e pescherie è la più cara d'Italia.


La Tari come sappiamo è la tassa sui rifiuti, il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi. Il valore pro capite a livello regionale è di 225,70 euro, due euro sopra la media nazionale, non molto dunque. Ma a Genova sale a 231,40 euro. "Questa imposta pesa moltissimo sulle attività - spiega ancora Cattaneo -. E spesso pesa in modo ingiusto perchè non è detto che a una maggiore metratura corrisponda una produzione maggiore di rifiuti. Alcune attività pagano anche 40 euro a metri quadro, cifre importanti per una azenda mendia che a fine anno spende dai 5 ai 7 mila euro di Tari, valore che incide pesantemente nei conti aziendali".

A livello nazionale si pensa anche di ridurre la capacità dei singoli comuni di incidere sul costo della Tari. "Noi da anni come Ascom chiediamo alle amministrazioni di adoperarsi affinchè si riduca la forbice che separa Genova dalla media nazionale" conclude Cattaneo.