cronaca

Il caso incredibile del farmaco non concesso al San Martino
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Ieri mattina, dopo aver letto il mio commento sul sito di Primocanale sull’ inspiegabile scelta dell’Agenzia del farmaco di tagliare fuori il San Martino dalla sperimentazione “compassionevole” del Remdesivir, un vecchio amico perbene della sinistra storica mi ha mandato un whatsapp severo: “Il ministro Speranza non ne sapeva niente e il titolo del tuo articolo è str…”.


Oggi l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco si giustifica: “Hanno deciso tutto quelli della Gilead la casa farmaceutica”. Se davvero la scelta fosse stata fatta “a sua insaputa” , di Speranza intendo, fossi lui prenderei il presidente , il direttore generale e tutti i consiglieri della benemerita agenzia e li manderei a casa in quarantena con la mascherina Ffp2 sulla bocca. Se poi l’Aifa non sceglie nemmeno i centri di sperimentazione in Italia, ma lascia tutto nelle mani dei produttori mi chiedo che cosa ci sta a fare e perché il ministro non la chiude. Sarei curioso di sapere che cosa ha detto il direttore dell’Agenzia nella telefonata che ieri ha fatto al professor Bassetti. Ce lo faremo raccontare.

Il professor Bassetti che ha denunciato l’inspiegabile caso in un’ intervista a Primocanale ha dato la sua chiara valutazione: nonostante il San Martino sia stato il secondo ospedale italiano a sperimentare con successo (pazienti vivi e guariti) il Remdesivir dopo lo Spallanzani di Roma, è stato escluso. Non certo per i numeri, che siamo 4mila pazienti in Liguria contro poche decine in altri centri italici prescelti dagli Emeriti, non per la qualità scientifica di Bassetti uno dei primi infettivologi a livello internazionale (Aifa, se vuoi ti mandiamo il suo curriculum tradotto in italiano), ma per “una scelta geopolitica”. Mi chiedo maliziosamente: all’ Aifa e all’ignaro Speranza e al governo Conte non va bene che la sperimentazione sia fatta in una regione a guida Toti? Non gradiscono Bassetti perché ha la barba? Non amano il pesto? Detestano Paganini? Non apprezzano Mazzini? Non vogliamo pensare male, guai a noi. Soprattutto dopo il titolo str….dell’articolo in questione, però….

Dunque, aspettavamo con democratica fiducia la rivolta forte, clamorosa, significativa, la pressione dura verso le segreterie nazionali e i ministri consanguinei, dei politici locali omogenei ai partiti che sostengono il governo Conte-Speranza. I leader locali della Sinistra che esprime il ministro “insaputo”: assenti. I Cinquestelle: assenti. Il Pd di Lunardon (chi? Lunardon! Ah…) assente.
Aggiungo i parlamentari filo-governativi che, forse, sono talmente inebriati dal lockdown che stanno tutto il giorno chiusi in bagno. Aspettavo quello che si faceva un tempo quando i Dc o i Pci locali andavano a Roma a battere i pugni sul tavolo per imporre le scelte a favore anche di Genova. E non si discuteva. Allora i politici locali contavano, pesavano, decidevano. Parlavano poco e scrivevano meno comunicati.

Pensavo fosse finita qui, con una fregatura per la Liguria dove si muore tutti i giorni di coronavirus. Invece…

Invece mercoledì pomeriggio il Pd si è svegliato dal letargo e ha attaccato pesantemente e ufficialmente proprio il professor Bassetti. Lo ha fatto con uno stile (stile è un termine inappropriato) che sa di Politburo. La nota definisce Bassetti “imprudente”, per le accuse “al ministro della Salute”. “Le sue esternazioni più che di un medico sembrano quelle di un rappresentante politico” (Orrore!). Il gruppo del Pd mette sotto processo uno dei medici che da alcuni mesi con colleghi e infermieri sta gestendo la più tragica vicenda sanitaria e non solo del dopoguerra.

Pensavo che, ricevuto lo schiaffone dell’Aifa (che c’è ma decidono gli altri), quindi del ministro che non può non sapere che cosa decide l’agenzia, anche i consiglieri di opposizione a Toti, che però a Roma stanno al governo, si ribellassero e difendessero i liguri malati. Come? Facendo un grande casino, con i parlamentari di Pd, Sinistra, Cinquestelle, Italoviventi davanti a Palazzo Chigi e i consiglieri regionali in viaggio verso Roma con i forconi a fare la parte del San Martino e delle centinaia di ammalati che ci stanno dentro e di quelli che avrebbero bisogno assoluto di Remdesivir più che di comunicati. Immaginavo l’opposizione ligure, che a Roma governa e si fa forte della sua onestà intellettuale e della sua vicinanza al territorio. Un “beau geste” di vera politica vicina “alla gggente”.

Macché , i nostri prodi (ops!) scrivono un comunicato di attacco. A Speranza? Ma nooo! A Conte? Ma nooooo! All’Aifa? Ma nooooo! La colpa è tutta di Bassetti che vuole portare via il loro lavoro (di politici) facendo il politico invece che stare da mattina a sera in una corsia d’emergenza a fare il medico.

Li scusi professore, sono ragazzacci, anche se politicamente passatelli!
Presto questi ragazzacci dal comunicato facile dovranno spiegare ai liguri (c’é tempo fino a settembre prima delle elezioni) perché hanno accettato supinamente questa decisione che danneggia i cittadini e per farsi conoscere hanno accusato lei, prof, di avere parlato con il linguaggio riservato a loro e basta.

Ha capito professore? Lei non deve fare politica. Se ne guardi bene. Se ne infischi se il farmaco salvavita non ci sarà negli ospedali della Liguria. La politica la lasci fare a quelli del povero Pd, compulsivi produttori di comunicati e tweet. Ci penseranno Lunardon (Chi? Lunardon? Ah…), e compagnia a portare il Remdesivir a Genova.

Scusate amici, ma non era il Pd che , alcuni anni fa, in piena campagna elettorale aveva affisso manifesti-lenzuolo con i medici con la tessera che invitavano a votare per un candidato-presidente?
Forse ha ragione il mio vecchio amico: sono un vero str…. Abbiate pazienza. Ho anche passato i settanta….