cronaca

In tutto 59 indagati più le due società Autostrade per l'Italia e Spea
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Manca un mese esatto all'udienza preliminare del processo per il crollo di ponte Morandi a Genova avvenuto il 14 agosto 2018 che ha causato la morte di 43 persone. La data cerchiata di rosso nel calendario è quella di venerdì 15 ottobre. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 59 indagati più le società Autostrade per l'Italia e Spea. In tutto sono 357 pe parti offese prima di tutti i parenti delle 43 vittime, poi i feriti e traumatizzati, le associazioni Assoutenti, Adoc e Adiconsum e Codacons.


Un mese e poi a oltre tre anni dalla tragedia il processo potrà prendere il via. Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi a Primocanale racconta l'attesa: "Il lavoro fatto in questi anni è davvero tanto e approfondito. E' chiaro che come parenti ci aspettiamo un primo grado di giudizio in tempi abbastanza brevi perché tutto questo lavoro deve arrivare a una fine, vanno individuate delle colpe, noi speriamo siano le più allargate possibili. Perché è tutto un sistema che non ha funzionato e questo aspetto deve emergere. Sono state rinviate molte persone ma a mio giudizio ne manca anche qualcuna, questo perché le responsabilità vengono date ad alcune persone. Però non c'è un unico soggetto che ha delle responsabilità. Ci sono persone - prosegue Possetti - che hanno firmato documenti e che hanno responsabilità ampie a diversi livelli. E' vero che c'è chi subiva pressioni e avrebbe rischiato di perdere il lavoro però nella vita a volte bisogna saper fare delle scelte anche dolorose".

La Liguria vive giornalmente il caos autostrade con cantieri infiniti e code chilometriche. Il crollo di ponte Morandi ha fatto emergere la trascuratezza delle manutenzioni su tutta la rete. Ora a pagarne i conti e l'economia. Ma per chi ha perso un caro in quel tragico giorno della vigilia di Ferragosto il tempo si è fermato e l'attesa è per una giustizia che individui e punisca i responsabili. La preoccupazione però è contenuta anche nelle nuove norme sui processi in via di approvazione dal Parlamento. Alla commemorazione per io tre anni dal crollo il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha rassicurato i parenti che però sono pronti a portare un documento direttamente al ministro.   


"Abbiamo chiesto al ministro un incontro, ancora non abbiamo la data. Porteremo un documento che ci piacerebbe condividere con lei - spiega Possetti -. L'avvocato Caruso ha fatto un grande lavoro molto attento e preciso. E' vero che il ministro ci ha rassicurato sul fatto che non ci sia il rischio prescrizione ma il nostro punto di vista è un po' diverso da quello delle persone che non hanno avuto un danno diretto. Il nostro processo dovrebbe essere fuori da questa norma ma abbiamo portato avanti un lavoro in modo tale che altre famiglie non si trovino in situazioni simili, è un lavoro più ampio quello contenuto nel documento che mette in evidenza la necessità di evitare che in futuro altre famiglie si trovino ad affrontare tragedie simili con il rischio della prescrizione" conclude la presidente del Comitato Ricordo vittime Ponte Morandi.