cultura

Una sfida per il teatro, dato che il coro canterà in lingua originale
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 Una prima europea per il Teatro Carlo Felice che il 29 settembre e il 1 ottobre ospita il “Marco Polo”, opera in tre atti di Enjott Schneider, con integrazioni compositive di Shaosheng Li, su libretto di Wei Jin. Riapre così le porte dopo un’estate ricca di appuntamenti, con una rappresentazione di forte valenza simbolica che vuole “festeggiare il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina”, spiega il direttore artistico Giuseppe Acquaviva.

Una vera e propria sfida per il teatro dato che, oltre ad ospitare il cast cinese, vedrà in scena il proprio coro cantare in lingua originale. “L’opera è interamente in cinese ed è stato difficile lavorare sulla pronuncia”, commenta il maestro del coro Francesco Aliberti. “Credo che il risultato sia positivo anche perché abbiamo apportato una sonorità del tutto made in Italy”. Per gli spettatori, poi arriva la rassicurazione: “Naturalmente ci saranno i sovratitoli in italiano”.

C'è grande curiosità tra il pubblico per questa grand-opéra
del nostro tempo, con grandi scene di massa e balletti spettacolari, che conta due anni di successi. La vicenda dell’opera è ispirata al celeberrimo Milione, in cui lo stesso Marco raccontò, nel 1298, le sue incredibili avventure in Oriente. Il librettista Wei Jin ha aggiunto un elemento di fiction immaginando una complicata storia d’amore tra Marco e l’affascinante Chuan Yun, interpretata da Xiaotong Cao, sullo sfondo delle lotte tra la dinastia Song e il regno di Mongolia. C’è anche Genova, in questa vicenda, come storicamente è giusto: l’opera, infatti, inizia e finisce nelle carceri di Palazzo S. Giorgio, dove Marco, prigioniero in seguito alla rivalità tra la Repubblica di Genova e quella di Venezia, dettò Il Milione allo scrittore Rustichello da Pisa, suo compagno di prigionia.

"Abbiamo unito modernità e tradizione", spiega il direttore d'orchestra Muhai Tang. E definisce la musica, coinvolgente, originale, ma accessibile a tutti, come quella di “un moderno Wagner”. Ma in questa produzione sono coinvolti anche i ragazzi del Liceo Internazionale Deledda che fanno da interpreti ai membri del cast e del Liceo Statale Piero Gobetti, la cui classe di coreutica sale sul palco come comparsa, tutto in alternanza scuola lavoro.