"Chi ha gestito incautamente le nostre infrastrutture oggi dovrebbe essere con le spalle al muro, dal 14 agosto di tre anni fa il vaso di Pandora si è aperto su un sistema senza dignità e umanità, ma la sensazione è che chi cerca di richiudere quel vaso, per dimenticare quanto accaduto e creare nuovi vasi di Pandora". Sono amare le parole di Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi, intervenuta al terzo anniversario del crollo. Con la voce rotta dal pianto, Possetti ha sottolineato la delusione dei familiari delle vittime per il processo di acquisizione di Autostrade da parte di Cassa depositi e prestiti: "Sono passati tre anni da quel giorno, le urla, la pioggia, le lacrime, la polvere, sono ancora nel nostro cuore, questa vergogna resterà incisa indelebilmente nella nostra anima, stiamo aspettando segnali tangibili di giustizia ma sono ancora troppo pochi".
"Non vediamo adeguate penalizzazioni per chi gestiva l’infrastruttura al momento del crollo, il contratto di acquisizione in itinere ha via via previsto integrazioni economiche. Le loro richieste sono state sempre più avide, prepotenti e presuntuose. Questo contratto di concessione, dal nostro punto di vista, è da ritenersi nullo. È stato secretato e blindato per anni e questo non ha protetto gli interessi dei cittadini".
Per Egle Possetti che nel crollo ha perso la sorella Claudia, il cognato Andrea e i nipoti Manuele e Camilla "la percezione è che quello che sta avvenendo dal punto di vista amministrativo strida pesantemente con la tragedia e le risultanze delle indagini. Chiediamo alle nostre istituzioni di valutare una via di uscita che dia dignità a queste morti".
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