cronaca

La Suprema Corte decide sul caso della ragazza precipitata dal balcone di un hotel
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"Dovremmo essere arrivati alla fine, si spera. In passato c'è stata una catena di errori, di conteggi sbagliati. E la controparte si è presa tanto tempo, troppo": Bruno Rossi in Cassazione con la moglie Franca attende l'udienza del processo per la morte della figlia Martina la studentessa ventenne di Genova precipitata, il 3 agosto del 2011, dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca, in Spagna, dove si trovava in vacanza con delle amiche.

La quarta sezione penale è chiamata decidere sulla sentenza della Corte d'appello di Firenze, che nel processo bis, ha condannato a 3 anni di reclusione per tentata violenza sessuale due giovani toscani, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni.

Secondo l'accusa Martina cadde nel disperato tentativo di sfuggire a una violenza sessuale. La presidente della sezione Patrizia Piccialli, aprendo l'udienza pubblica, ha fissato un'agenda, la trattazione dovrebbe iniziare intorno alle 12.


"Quello di Martina Rossi non fu un suicidio" ma "il tentativo di fuggire a una violenza di gruppo", come stabilito dalla Corte d'appello di Firenze: ne è convinta la pg di Cassazione Elisabetta Ceniccola, che al processo per la morte della studentessa, ha chiesto la conferma della condanna dei due trentenni aretini Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni. La requisitoria si è soffermata in particolare sulla qualificazione del reato, 609 octies, violenza sessuale di gruppo e non in concorso, dalla quale dipendono anche i termini di prescrizione (quello di morte per conseguenza di altro reato è già prescritto ed è uscita dal processo). Per la pg è giusta la ricostruzione che vede "la compresenza" dei due imputati nella stanza d'albergo di Palma di Maiorca, che "ha influito negativamente" sulla reazione di Martina, "che si è sentita maggior ragione in uno stato di soggezione e impossibilitata a difendersi". Motivo per cui la ragazza avrebbe scelto una via di fuga "più difficile", che la metteva in pericolo e non di uscire dalla porta: scavalca la balaustra "ma non si getta con intento suicidiario". Inoltre Ceniccola ha ricordato che "Martina non aveva i pantaloncini, che indossava, e non sono più stati ritrovati. Per la Corte d'appello - ha sottolineato - era illogico che la ragazza girasse in albergo senza pantaloncini e senza ciabatte". Altri elementi evidenziati dalla pg sono alcune lesioni sul corpo di Martina oltre a quelle riconducibili alla caduta dal terrazzo e i graffi di Albertoni, uno dei due imputati.