In questi giorni di dopo-ponte, tra orgoglio, un po’ di retorica, tanti buoni propositi e il rischio di un lento oblio della grande operazione compiuta, i genovesi e i liguri qualcosa di concreto potrebbero veramente farlo.
Si tratta di mantenere in piedi la fantastica struttura commissariale, quella capeggiata dal sindaco Bucci e composta da una ventina di esperti, forgiata da una esperienza unica.
Questa struttura non ha solo “fatto” il ponte , insieme ovviamente agli altri protagonisti della “mission”, costruttori, demolitori, smaltitori, trasportatori, controllori, ma ha anche costituito un gruppo unico per competenze, sintonie, capacità di fare squadra. Perché non mantenerla in piedi e dedicarla ad altre operazione genovesi e liguri di difficile realizzazione, tanto per fare un esempio, la famosa questione del ribaltamento a mare di Fincantieri?
Si potrà rispondere che la struttura si basa su un atto di governo che configura un commissariamento, quindi un passo formale condiviso politicamente. Si potrà anche aggiungere che questo passaggio è possibile se esiste un accordo politico con gli uomini della struttura scelta per “rifare il ponte” e, quindi, si traguarda qualcosa che dipende dal prossimo esito delle elezioni regionali.
Se uscirà una maggioranza simile a quella in carica, il passaggio è possibile. Altrimenti chissà. E’ difficile immaginare una formazione non capeggiata da Bucci, che ne è stato il trascinatore indiscusso e non si può prevedere se il sindaco commissario di oggi andrebbe d’accordo con un governo regionale diverso. Forse sì e il rapporto con l’attuale maggioranza nazionale lo prova. Forse no.
Ma di fronte a quelle inaugurazioni, quei momenti di rivendicazione e la prossima giornata di commemorazione del 14 agosto, l’impegno dovrebbe essere quello di non disperdere il grande risultato costruito con il capolavoro della struttura commissariale per la ricostruzione, riconosciuto, vale sottolinearlo non certo enfaticamente, urbi et orbi.
Solo così si potrà capitalizzare il risultato, far valere veramente il cosidetto “metodo Genova”, facendolo uscire dagli archivi o dai libri di storia. Solo così si potrà andare oltre al Ponte…...
cronaca
Il dopo ponte, non solo retorica ma una struttura da tenere in piedi
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