Centinaia di uomini delle forze dell'ordine, servizi segreti di tutto il mondo mobilitati, cecchini sui tetti, cerimoniale secretato per sterilizzare al massimo le possibilità di azioni di disturbo anche eclatanti: questo il contorno al G20 sulle infrastrutture, il pranzo apparecchiato per i genovesi giusto vent'anni dopo il G8 con i noti effetti collaterali non ancora del tutto cicatrizzati.Ai Magazzini del Cotone si radunano così i ministri del G20 con competenze su economia, trasporti e infrastrutture. Per il governo Draghi intervengono Daniele Franco (Tesoro Finanze e Bilancio), Enrico Giovannini (Trasporti, Infrastrutture e Mobilità Sostenibili) e Roberto Cingolani (Transizione Ecologica).
L'obiettivo dichiarato del vertice è trovare punti di intesa tra le istituzioni e gli imprenditori e investitori privati, per favorire lo sviluppo infrastrutturale. Questo a livello di enunciazione, in una Genova che pure ha il porto più grande d'Italia ma che lo ha visto perdere prestigio e potere proprio per le molteplici strozzature inflitte allo scalo e alla città e regione dalle carenze del sistema infrastrutturale stradale, autostradale e ferroviario. Per soprammercato si annunciano oltretutto, a partire dal pomeriggio, possibili disagi legati allo spostamento delle delegazioni internazionali in condizioni di sicurezza.
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