cronaca

Dopo l'aumento dei casi riscontrati in Italia
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"Le limitazioni di spostamento tra le Regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c'è una spia che si accende bisogna intervenire". Così il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia apre alla possibilità in futuro di nuove limitazioni agli spostamenti tra regioni visto il nuovo aumento di casi di covid registrati in Italia.

I tamponi effettuati giornalmente continuano ad aumentare così come i positivi, solo nell'ultimo giorno sono stati oltre 4,4mila nuovi positivi. Anche se c'è da sottolineare che molto spesso si tratta di persone asintomatiche o comunque poco sintomatiche. Numeri però che potrebbero continuare a salire settimana dopo settimana come spiega Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e consulente del ministro della Salute. "Quello che si è verificato da giugno in poi è un raddoppio dei casi ogni mese. Avevamo 200 casi, poi 400, poi 800, poi 1600 e adesso stiamo a oltre 4mila casi. Quindi rischiamo fra un mese di avere oltre 8 mila casi al giorno e tra due mesi, quando arriverà l''influenza, di avere 16 mila casi in un giorno".




Ma l'ipotesi in futuro di una nuova limitazioni degli spostamenti tra le regioni l
ascia aperte polemiche tra le istituzioni centrali e quelle locali. Situazione di tensione cresciuta in modo evidente anche dopo l'ultimo Dpcm che di fatto ha limitato la possibilità di agire degli enti locali in tema di coronavirus non potendo in alcun modo mettere appunto misure meno restrittive rispetto a quelle previste a livello nazionale. "All'orizzonte non c'è il rischio di una rottura tra le Regioni e il governo nella gestione dell'emergenza coronavirus" assicura il presidente dall conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini. "Se saremo tutti responsabili e faremo come abbiamo fatto nella prima fase, la più drammatica. Non vedo questi rischi. Non vedo altra strada che lavorare insieme - ha aggiunto Bonaccini - e per questo abbiamo chiesto la cabina di regia. Ma credo che le Regioni abbiano lavorato molto bene".

Anche il vice presidente della conferenza Stato-Regioni Giovanni Toti ha parlato della questione e ancora una volta sottolinea la necessità che vengano prese decisioni mirate a seconda dei casi: "L'emergenza Covid va affrontata dove c'è e in base alla situazione specifica del territorio. Dobbiamo imparare a convivere con il virus, continuando a far andare avanti il Paese". Un secono lockdown non sarebbe sostenibile per l'economia italiana sostengono molti tra economicti, politici e anche medici.

Anche il vicesegretario del Pd il ligure Andrea Orlando entra nel tema di queste ore sul rapporto stato-Regioni: "La questione di gestire il rapporto con le autonomie è generale, per esempio anche in Germania. Mi auguro che si arrivi in modo spontaneo a una forma maggiore di coordinamento perché bisogna evitare alcuni passaggi proposti nella fase iniziale della pandemia che hanno visto tentativi di scaricabarile abbastanza discutibili. Ci sono realtà differenziate, ma questa volta mi pare che non ci sia più un nord colpito dal virus e un sud che ne è risparmiato o toccato in modo marginale. Siamo di fronte a una situazione che investe tutto il Paese. La capacità di collaborazione è assolutamente fondamentale", ha detto ancora Orlando.