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Aggiunte alla lista anche alcune aree in Francia e Germania
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Le province di Savona e di Pesaro-Urbino sono state aggiunte alle lista del Parlamento Ue delle aree considerate a rischio per il coronavirus. La nota di aggiornamento del Parlamento continentale aggiunge alla lista anche alcune aree in Francia e Germania che però, si precisa, "non presentano lo stesso livello di rischio" delle altre zone. In ogni caso se negli ultimi 14 giorni si è stati in una delle aree aggiunte, secondo quanto si legge nella nota parlamentare, si dovrebbe rimanere a casa per due settimane.

La comunicazione con l'aggiornamento delle zone a rischio è stata inviata allo staff dell'Eurocamera dal direttore generale del personale del Pe, Kristian Knudsen. La lista dove ora compaiono anche Savona, Pesaro e Urbino, comprende Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte oltre alla Cina, alla Corea del Sud, all'Iran, a Singapore e al Giappone.

Nella nota inviata al personale
si precisa che sono state identificate anche alcune piccole zone a rischio in Francia e Germania. Tra queste ci sono l'Oise (in particolare le localita' di Creil, Cre'py-en-Valois, Vaumoise, Lamorlaye, Lagny-le-Sec), l'Alta Savoia (in particolare la localita' di La Balme) e il Morbihan (in particolare le località di Auray, Crach e Carnac) oltre al circondario di Heinsberg nel Nordreno-Vestfalia.

CHIUSE LOMBARDIA E 11 PROVINCE - Intanto un decreto della Presidenza del Consiglio in Italia va verso la chiusura di Lombardia e altre 11 province. Lo prevede l'articolo 1 del decreto in materia di misure urgenti di contenimento del contagio del coronavirus. Le province sono Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova, Treviso; Asti e Alessandria. "Le disposizioni del presente decreto producono il loro effetto dalla data dell'8 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020", si legge nella bozza del dpcm. Il decreo dispone inoltre che "sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici".

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Resta lo stop ai concorsi pubblici tranne per quelli la cui valutazione finale avviene sulla base del curriculum del candidato o per via telematica. Esclusi dallo stop, come già previsto nel primo decreto del presidente del Consiglio, le prove che riguardano l'accesso alle professioni sanitarie.Sono sospesi funerali e cerimonie.  "L'apertura dei luoghi di culto è condizionata all'adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri".