cronaca

Anticipato dal quotidiano Il Giornale, classificato come 'top secret'
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Prendere in carico prima i pazienti con più alta aspettativa di vita. Un protocollo di 'guerra' ai tempi del coronavirus. Il quotidiano 'Il Giornale' lo riporta in un articolo firmato da Luca Fazzo e Maria Sorbi. Si tratta di un documento che riassumerebbe lo scenario peggiore in caso di pandemia da Covid-19. Nel documento si fa riferimento a "una 'lista' di persone da salvare, che escluderebbe automaticamente gli altri casi in base a criteri di aspettativa di vita come l'età, la presenza di altre patologie o la gravità della malattia".

Il documento viene riportato come 'top secret'
e sarebbe stato diramato dalla Società di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva Siaarti per offrire le linee guida, etiche, ai primari di tutta Italia. "Le previsioni stimano un aumento dei casi di insufficienza respiratoria acuta di tale entità da determinare un enorme squilibrio tra le necessità cliniche reali della popolazione e la disponibilità effettiva di risorse intensive". Una misura clinica che diventerebbe necessaria, se non vitale, qualora le previsioni di oltre 9mila contagi in due settimane si avverassero.

La crescita esponenziale dei malati
esaurirebbe anche i 5100 posti letto in terapia intensiva attualmente presenti in Italia. "Il criterio base su cui lavorare è privilegiare la maggior speranza di vita. Bisognerà quindi tenere in considerazione alcuni parametri", prosegue. "L'emergenza sballa ogni protocollo è costringe a una selezione. Non sarà più valido il principio secondo cui il primo arrivato è il primo assistito".

Tutti i contagiati avranno ugualmente diritto alle cure
e la decisione di inclusione o esclusione dovrà essere avvalorata da motivazioni e documentazione specifiche. "Anche se di fatto si nega la ventilazione meccanica al paziente, devono comunque essere garantite le cure alternative e, in caso, la sedazione palliativa. In base alle raccomandazioni di etica clinica, i criteri di accesso alla terapia intensiva andrebbero discussi per ogni paziente in modo il più possibile anticipato, creando una lista di persone 'meritevoli' della rianimazione nel momento in cui le loro condizioni dovessero peggiorare".

Oltre ai pazienti positivi al coronavirus, ci sarebbero poi tutti gli altri casi che necessiterebbero di accedere alla terapia intensiva. "I malati 'ordinari' non cessano di esistere e hanno gli stessi diritti di quelli affetti da coronavirus". Le persone con altre patologie estranee al covid-19 "al momento devono solo rinviare visite ambulatoriali e interventi non urgenti ma in futuro potrebbero finire nei listoni della terapia intensiva".

Le dispozioni che prevedono l'aumento dei posti letto
in terapia intensiva, sia in strutture pubbliche che private, non avranno effetto nel lungo periodo, perché mancherebbe il personale qualificato. Quella ipotizzata da Siaarti è quindi una misura preventiva per garantire adeguate cure ai pazienti affetti da coronavirus e non, evitando il collasso di un sistema sanitario già messo a dura prova dalla nuova emergenza del Covid-19.