cronaca

Così il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova
1 minuto e 54 secondi di lettura
 "La sensazione che ho da medico è che il numero di 50 mila contagiati da coronavirus in Italia sia solo la puntina dell'iceberg, neanche la punta, la super puntina, noi abbiamo probabilmente centinaia di migliaia, se non qualche milione di casi nel nostro Paese". Lo ha detto il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti.

"Se parliamo di milioni di casi, anche i 5 mila morti, non sono più il 10%", ha notato. "La grande circolazione del coronavirus fa pensare che la nostra 'Wuhan italiana' non sia tutta la Lombardia, ma sia praticamente la provincia di Bergamo", ha spiegato. "A Bergamo e Brescia il sistema è andato in tilt anche perché c'è stata una grossa disseminazione del virus in ospedale, quando il virus colpisce una popolazione già malata la situazione diventa molto peggiore".


"Probabilmente nel nostro Paese bisognerà arrivare a stringere di più sulla popolazione anziana, credo che per le persone più fragili si dovrebbe limitare ancora di più rispetto a oggi la loro possibilità di uscire, per evitare il contagio di coronavirus" ha aggiunto  Bassetti. "Oggi meno - ha aggiunto -, ma fino a ieri vedevo tanti anziani in giro, troppe persone anziane in giro, io non ho niente contro di loro, ma tutto questo lo stiamo facendo per il loro bene, perché mentre la maggioranza di persone giovani fa una forma asintomatica o poco sintomatica, le persone anziane quando sono colpite dall'infezione purtroppo vanno molto male, hanno polmonite gravi, e spesso si arriva anche al decesso, per cui limitarne le uscite attraverso la spesa a casa, potrebbe essere uno strumento per proteggerli.Tutto fa pensare che siamo in un momento vicino al picco epidemico".

Quanto all'andamento dell'epidemia e all'afflusso negli ospedali della Liguria, hanno difficoltà respiratorie - è stato quindi l'invito di Bassetti - bisogna stare a casa perché gli ospedali sono sottoposti a una grande pressione per i numerosi ricoveri". Circa invece il comportamento da tenere "non deve importarci quanto vive sulle superfici" il virus, ha spiegato l'infettivologo "perché noi dobbiamo interrompere la catena lavandoci le mani tantissime volte al giorno".