cronaca

Quaranta anni di vuoto, nessun progetto, nessuna idea, poca manutenzione
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Da vecchio osservatore dei cicli amministrativi della Liguria e da osservatore speciale delle autostrade (mi sono laureato in diritto amministrativo con una tesi intitolata: "Costruzione e gestione delle autostrade in concessione"), nonché come autore del libro "Cronaca di un crollo annunciato", non ho mai mollato la guardia sulle infrastrutture liguri.

Ricordo bene la folgorante costruzione dell'Autofiori, inaugurata in quattro anni e mezzo, l'arrivo della Voltri-Gravellona Toce, che fu battezzata ironicamente ( e improvvidamente) “autostrada dei funghi”, perchè qualcuno sosteneva che serviva solo a gite fuori porta. Non dimentico certo il raddoppio della Savona-Torino, che prima della nuova corsia era chiamata “autostrada della morte” per gli incidenti frontali continui che ci capitavano. Morì, percorrendola, perfino un senatore savonese, Giancarlo Ruffino, democristiano, che si era battuto molto per raddoppiarla: tragica e simbolica fatalità.

Alla fine degli anni Ottanta un grande direttore de Il Secolo XIX, dove lavoravo allora, Carlo Rognoni, mi mandò a fare un ampio servizio "su come stavano le autostrade liguri", se erano sicure, se erano mantenute decentemente, se i servizi funzionavano. Stavano già male, il traffico cresceva a vista d'occhio: spesso le code estive e nei fine settimana erano già intollerabili. Era quasi quaranta anni fa e io raccontai una emergenza.

Da allora a oggi non è stato fatto nulla. Inaugurata l'Autofiori, raddoppiata la Savona-Ceva, terminata la A26, non è stato costruito nulla. Da allora in avanti le autostrade in Liguria sono diventate la prateria dove i concessionari, i privati dopo il pubblico forse un po'; più efficiente nella manutenzione, scelti con una procedura veloce e molto poco trasparente, hanno scorazzato come hanno voluto.

Si sono fatti cambiare le leggi per incassare sempre di più i profitti che inizialmente dovevano essere destinati in quota a opere infrastrutturali collegate con i tronchi in concessione. La tanto attesa Aurelia-bis, che avrebbe dovuto risolvere problemi chiave a Ponente, si è risolta in pochi tratti a Sanremo e dintorni, finiti nel vuoto. Come a Imperia dove un passaggio chiave di quel collegamento terminava proprio nel vuoto, dopo una galleria, perchè non avevano calcolato che il percorso sarebbe finito in un cimitero. La foto di quel salto nel vuoto, o meglio nel cimitero, sarebbe diventato virale diremmo oggi.


I concessionari si facevano i fatti loro alla grande e la classe politica stava a guardare. O meglio votava per loro. Non c'è stata maggioranza, alleanza, partito unico, testa d'uovo al soldo dei potenti partiti della Prima Repubblica, della Seconda e poi della Terza Repubblica, che abbia mai pensato che prima o poi la Liguria sarebbe stata soffocata come sta avvenendo. Non mantenevano bene, non progettavano, non studiavano, non costruivano nulla. Ricordo solo negli anni Novanta un tratto di Aurelia bis per collegare l'uscita del casello di Albenga con Alassio sulla costa: un by pass, una galleria e niente di più.

Eppure il traffico cresceva esponenzialmente. Eppure le strutture si logoravano, marcivano fino alla tragedia straanunciata del Morandi, ma quanti segnali c'erano stati prima? La classe politica, nessun partito escluso, si preoccupava solo di garantire i concessionari. Mi spiace, ma non faccio eccezioni fino a questo fatidico 2019.

Anche negli ultimi anni nessuno ha avuto la vision, tanto per usare un termine in voga, di pensare a qualcosa di alternativo a qualcosa in più. Oggi sentiamo parlare di Albenga-Predosa, ma c'è un progetto vero o solo chiacchere e schizzi sulla mappa? Passando dalla gomma al ferro, non certo per consolarci, ora si sta costruendo il Terzo Valico, rilanciato nel 1988 da un gruppo di genovesi di buona volontà e ingegno, che sarà finito nel 2023, ma lo aspettavamo da 105 anni; quel pezzo di binario unico tra Andora e Finale grida vendetta da lustri e lustri. Lì siamo come nel Far West dei film, un binario, le frane che ci possono cadere sopra come è avvenuto, ci manca lo sceriffo che ferma i treno o gli indiani che lo assaltano tra una galleria e l'altra.

Faccio fatica a seguire le polemiche di oggi sulle responsabilità: fino a dove si spingono, riguardano tutti? Come fanno a accusare l'ultima giunta regionale di responsabilità, quando hanno governato decenni prima senza pensare a nulla, politici come Claudio Burlando che è stato sindaco, ministro dei Trasporti, deputato, presidente di Regione?

E l'ultima giunta, oggi in carica e scadenza
, poteva fare qualcosa dopo che il cerino le era rimasto in mano, mentre esplodeva la guerra tra il Governo e i concessionari? Mi viene in mente quella canzone di Fabrizio De Andrè : “Anche se voi vi credete assolti, siete tutti coinvolti.....”

Raccontateci le vostre disavventure e i problemi riscontrati lungo le autostrade della Liguria all'indirizzo mail: