cronaca

Consiglio dei ministri fiume nella notte per decidere sulla questione
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Un Consiglio dei ministri lunghissimo, terminato solo alle 5.30 del mattino. Non sono mancati momenti di tensione ma alla fine la quadra è sembra essere stata trovata.

Non la revoca della concessione ma una 'fuoriuscita graduale' da parte della famiglia Benetton e l'ingresso dello Stato con Cassa depositi e prestiti. Nella infinita notte romana Autostrade ha inviato quattro diverse lettere in cui via via accoglieva quelle che erano le richieste da parte del governo e dava il via libera a un passo indietro ma non a quello che si può definire una vera e propria revoca. Il premier Conte è rimasto fermo nelle sue posizioni e alla fine ha dato mandato al ministero dell'Economia e a quello delle Infrastrutture di definire i dettagli della transazione con Autostrade.

Il percorso di fuoriuscita e ingresso di Cassa depositi e prestiti sarebbe delineato in due fasi diverse: Nella prima lo Stato attraverso Cassa depositi e prestiti entrerebbe con il 51% e a quel punto ci sarebbe lo scorporo con la prima graduale uscita di scena della famiglia Benetton che si attesterebbe tra il 10 e il 12%, e quindi fuori dal consiglio di amministrazione; Nella seconda fase ci sarebbe la quotazione in Borsa che dovrebbe portare alla nascita di una società con un azionariato, fino al 50%, in cui potrebbero entrare nuovi soci. A quel punto il peso dello della famiglia Benetton andrebbe ulteriormente a ridursi. I tempi per realizzare tutto questo? Si parla di un anno. La data segnata nel calendario è quella del 27 luglio quando dovrebbe iniziare il percorso prospettato.


LA NOTTE TRAVAGLIATA A PALAZZO CHIGI - Il Consiglio dei ministri che si è svolto a notte inoltrata è stato sospeso qualche minuto prima di mezzanotte. Subito dopo è iniziata una nuova riunione ristretta utile a fare il quadro della situazione. Poi poco prima dell'una di notte il consiglio dei ministri è ripreso. Una notte lunga tra sospensioni e tensioni in seno alla maggioranza di governo chiamata a sciogliere una volta per tutte il nodo sulla revoca.

Durante la notte sembrava che la questione restasse in un pantano con alcuni problemi da risolvere. Si è però fatta subito largo l'ipotesi di un'uscita graduale nel tempo da parte di Atlantia, e quindi della famiglia Benetton, da Autostrade per l'Italia e un ingresso di Cassa depositi e prestiti. Un allontanamento graduale entro l'arco di un tempo compreso tra sei mesi e un anno, ma questo è un tema ancora da affrontare nel dettaglio questa mattina e ancor di più lo era in mezzo alla notte. Un primo passo d'incontro era stato subito trovato, ma i problemi riguardavano altre situazioni.


Il premier Giuseppe Conte prima dell'avvio del consiglio dei ministri si mostrava deciso nell'andare avanti con una posizione dura nei confronti della famiglia Benetton: "O Autostrade accetta le condizioni che il governo le ha già sottoposto oppure ci sarà la revoca". A precedere il Consiglio dei ministri doveva tenersi un incontro tra i capi delegazione della maggioranza per fare il punto sulla situazione. Un incontro che invece a sorpresa è saltato. Poi è iniziato con circa un'ora di ritardo il Cdm sospeso poco dopo per permettere ai ministri di valutare la nuova proposta dell’azienda. A quel punto è iniziata una nuova riunione ristretta tra lo stesso Conte, il ministro dei Trasporti Paola De Micheli e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e alcuni tecnici. Esclusi invece gli altri ministri. Poco prima dell'una di notte il consiglio dei ministri è ripreso.

Ventitrè mesi dopo la tragedia di ponte Morandi a Genova costata la vita a 43 persone il tema della revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia sembra scomparire superata da quella che è una fuoriuscita graduale ma non totale. Il gruppo della famiglia Benetton ha presentato nelle scorse ore un piano al governo che prevedeva un ridimensionamento. Conte però è rimasto 'irremovibile', mancava infatti nella notte l’impegno a 'liberare' la parte pubblica per tutte le richieste risarcitorie collegate al crollo del ponte Morandi. A quel punto è salita la tensione. Il presidente del Consiglio riteneva infatti che Autostrade dovesse accettare anche le condizioni dell’accordo riguardante risarcimenti, tariffe e investimenti, aspetto che invece al momento manca.

Ma questo non è stato l'unico aspetto che ha portato alla lunghe notte romana Nel corso del vertici a Palazzo Chigi si è parlato anche di altre due questioni legate: la prima è quella delle tariffe autostradali, il secondo riguarda il Milleproroghe che ha di fatto ridotto l'indennizzo previsto a favore di Autostrade. Poi i passi avanti con il progetto di fuoriuscita graduale che ha preso sempre più corpo e l'accettazione da parte dei Benetton delle richieste fatte dall'esecutivo con la rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell'Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell'art. 35 del decreto-legge "Milleproroghe".