politica

Parla l’avv. Anselmi, legale delle imprese vincitrici
2 minuti e 11 secondi di lettura
“Tre diffide rimaste lettera morta”. E il progetto esecutivo per il rifacimento della copertura del Bisagno ancora da venire. A mettere i puntini sulle “i” a proposito delle presunte responsabilità della burocrazia e dei Tar che sarebbero all’origine delle devastazioni provocate dall’ennesima alluvione a Genova è l’avvocato Daniela Anselmi, legale del consorzio di imprese vincitore dell’appalto, incartatosi poi fra un ricorso e l’altro alla giustizia amministrativa. L’avvocato Anselmi è intervenuta a Radio Città Futura di Roma, emittente con la quale era collegato in contemporanea anche il direttore di Primocanale Luigi Leone.

L’avvocato ha detto con chiarezza che “le diffide sono state tre, una a gennaio 2014, una ai primi di agosto e l’ultima ai primi di ottobre. Nessuno ha risposto, salvo nell’ultima circostanza, quando abbiamo ricevuto la telefonata di una funzionaria della Regione Liguria. Ma è stata una comunicazione interlocutoria”. In realtà, ha spiegato l’avvocato Anselmi, “c’erano le condizioni per procedere, se non altro per avviare la progettazione esecutiva dell’opera, visto che ancora non c’è”.

Dunque tutti gli strepiti di Burlando, commissario straordinario per il rifacimento della copertura sul Bisagno, e delle istituzioni locali contro la burocrazia e i Tar sembrano molto meno fondate di quanto dicano le risolute parole di questi giorni del governatore ligure. Interloquendo con il legale, il direttore di Primocanale Leone ha osservato: “Bisogna prendere atto che non c’è stata almeno una telefonata di consultazione del legale delle imprese vincitrici a fronte delle intimazioni ricevute dal commissario e solo dopo l’ennesima alluvione e l’ennesima vittima Burlando ha deciso di assumere una iniziativa forte. Qui il problema è la burocrazia della politica, non quella comunemente intesa”.

Leone, inoltre, ha aggiunto come sull’edizione odierna del Secolo XIX venga rivelato un ulteriore dettaglio: “Nel 2012 i componenti della commissione per l’appalto fecero esplicitamente presente che il bando si prestava a diverse interpretazioni, quindi era esposto al pericolo, poi puntualmente verificatosi, di una battaglia legale a colpi di ricorsi. Come non dare ragioni ai giudici amministrativi, allora, quando sostengono che basterebbero bandi di gara ben fatti per impedire dei contenziosi?”.

Bisogna aggiungere che Burlando era stato commissario del primo lotto, sostituito poi dall’ex prefetto Giuseppe Romano, che si dimise pur incassando nella circostanza la rinnovata fiducia del governatore ligure, e al cui posto arrivò il sindaco di Genova Marco Doria, a sua volta rilevato dallo stesso Burlando.