Cultura e spettacolo

Un passato che si lega alla posizione geografica dei due quartieri che sorgevano al di fuori della cinta muraria. Oggi spesso bistrattati e definiti "degradati", tra le vie si scoprono scorci di una storia di ricchezza con ville e torri ormai in disuso
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GENOVA-Un viaggio alla scoperta di Sampierdarena e la sua storia grazie alle torri che nel 500 venivano usate dai nobili per sfuggire ai pirati. Torri di villa e di avvistamento, alcune andate perdute, altre che con i loro pennacchi spuntano oggi tra i palazzi di Sampierdarena e Cornigliano, rinchiuse tra palazzi e negozi e sconosciute ai più. Molte sono ora appartamenti, altre, come le torri di avvistamento, si nascondono nella loro veste appartenente a un'altra epoca tra gli edifici.

Una storia non conosciuta, ma non dimenticata: per questo sono state più di cento le persone che nel weekend del 14 maggio hanno approfittato dei due tour guidati alla riscoperta di questi simbolici baluardi per camminare tra le vie di Sampierdarena e Cornigliano imparando qualcosa di nuovo. Mentre Genova veniva soprannominata 'la Superba', infatti, Sampierdarena era definita 'Manchester', una 'piccola Svizzera' per la sua posizione, le sue numerose ville e i tanti cantieri navali.

Un passato che si lega alla posizione geografica dei due quartieri che sorgevano al di fuori della cinta muraria di Genova. In quel secolo le scorrerie dei pirati sembravano aumentare giorno per giorno: per questo, oltre alle sette torri di avvistamento costruite nel 1300, di cui ne sono sopravvissute solo due, nascoste tra i tetti dei palazzi, le famiglie aristocratiche che costruivano grandi case di villeggiature vista mare avevano sentito la necessità di difendersi da possibile razzie con nuovi torri dove nascondersi insieme ai loro gioielli per scampare ai pirati. 

Due percorsi per alzare gli occhi dalla strada e scoprire le punte delle torri di Sampierdarena e Cornigliano, il primo con partenza in via Bombrini, l'altro, da via Ludovico Muratori. Partendo dalla Fiumara con la torre di una villa della famiglia Grimaldi ormai distrutta, inglobata adesso tra i palazzi di Arpal e l'Agenzia dell'entrate, si continua per via d'Aste, la vecchia Aurelia, dove ci sono tantissime delle ville che al loro tempo avevano l'accesso al mare: per questo sfalsate ora si possono ammirare camminando ancora per un chilometro fino alla fine di via Cantore. 

A parlare delle torri un'esperta delle ville del quartiere, Gloria Mignone, che dal 2008, insieme all'associazione Cercamemoria, prova a mettere Sampierdarena e la sua storia sotto una nuova luce. "La villa era una costruzione agricola precedente, poi ampliata: ogni villa aveva un suo giardino con l'accesso al mare ma soprattutto, la torre. Un elemento di pregio ma soprattutto un fattore difensivo: i patrizi prendevano tutti i loro beni mobili e si chiudevano nella torre insieme agli aristocratici delle ville vicine, che spesso erano amici o famigliari. La stessa famiglia, infatti, costruiva diverse ville una vicina all'altra, così da ospitare anche i loro scambi commerciali, di cui in poi infondo vivevano".

Il progetto, intanto, è nato nel 2020, quando la onlus Italia Nostra nazionale ha vinto il bando nazionale finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali "alla ricerca dei Beni Comuni", nato per la valorizzazione dei beni poco conosciuti del territorio nazionale. La sezione di Genova ha aderito subito al progetto e in collaborazione con le associazioni Ascovil di Cornigliano, i Cercamemoria della Bbilioteca Gallino e Pianissimo di Sampierdarena ha individuato un segreto nascosto tra i palazzoni di due quartieri spesso definiti degradati. Valorizzarli si può, anche attraverso la riscoperta della storia di ricchezza e potenza delle famiglie nobili del ponente che abitavano maestose ville e scappavano dai pirati in grosse torri.

 

 

 

 

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