Cultura e spettacolo

Un docufilm ideato da Claudio Cabona fa dialogare rappers e cantautori genovesi. Adatto al pubblico di ogni generazione, sottolinea gli elementi di affinità tra oggi e allora: ribellione, amicizia e saper giocare con le parole
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GENOVA - Grande successo per l'anteprima del docufilm "La nuova scuola genovese" approdato al cinema, che oggi e domani, il 3 e il 4 maggio, sarà proiettato in 25 sale cinematografiche italiane, da Roma a Napoli e Bologna. Al multisala del Porto Antico, le due proiezioni hanno registrato sold out con più di 700 spettatori, ma sarà anche allo storico cinema Sivori falle 21 e alle 18:30, mentre al The Space sarà alle 18:20 e alle 20. E il pubblico è proprio quello che si augurava Claudio Cabona, ideatore e autore del progetto. "Il nostro sogno è quello di avere un pubblico intergenerazionale". 

"Ci piace l'idea di vedere dei figli con i padri in platea o dei nipoti con i loro nonni perché questo film unisce più generazioni"

Tra dialoghi e pezzi unici, quella che farà il giro d'Italia è la storia di una comunità, come sottolinea il cantautore Gian Piero Alloisio: "L'attenzione dei genovesi alla parola è una tradizione, così come quel senso di anarchismo e ribellione la ritroviamo nelle canzoni di trent'anni fa". 

 "In comune c'è anche il fatto di essere amici che si confrontano tra di loro: erano un gruppo Bindi, Lauzi, Paoli, i fratelli Reverberi, Giorgio Calabrese, De André e Tenco e sono tutti amici Tedua, Bresh, Izy e gli altri, da Wild Bandana a altre crew"

Segno di come gli anni passano, ma le buone abitudini sono sempre le stesse. Il progetto è frutto di un lavoro lungo tre anni e mette in luce due modi di cantare la parola che gli artisti nati fra i carruggi hanno saputo fare oggi come allora, con le dovute analogie e differenze. "Intervistando i ragazzi del rap e i grandi cantautori ho notato delle analogie e ho colto un filo rosso che potesse legarli così ho deciso di farli incontrare", spiega Cabona a Primocanale, anticipando la volontà di portare il docufilm in giro per tutta l'estate tra altre presentazioni e festival, fino alle piattaforme online streaming. "Il ricordo che mi porterò sempre nel cuore è l'intervista a Ivano Fossati che è ormai un eremita della musica: raramente rilascia interviste, sentirlo parlare della musica di oggi mi ha emozionato molto. Dei giovani di oggi stimo molto il coraggio e l'intraprendenza con cui stanno portando Genova in tutta Italia e non solo, raccontando anche le proprie fragilità. Amo ricordare la volta che hanno organizzato tutti insieme un concerto sotto Ponte Morandi, una bella fotografia che ben sintetizza il loro amore per la città".

Ad impreziosire il lavoro sono proprio gli incontri, quelli tra Marracash e Ivano Fossati, tra Izi e Dori Ghezzi, tra Bresh e Cristiano De André e tra Tedua e Gino Paoli, dove si nota il rispetto reciproco che un alunno prova verso un maestro e viceversa. Incontri che hanno segnato anche gli stessi giovani artisti, oggi sulla cresta dell'onda, cresciuti a pane e Faber. 

"E' stato un po' un educatore del non politicamente corretto: mi ricordo "Il testamento di Tito" quando andavo a catechismo, mi ha fatto andare un po' controcorrente già da subito"

Questo il ricordo più nitido di Andrea Brasi, in arte Bresh, classe '96 che con il suo Oro e blu sta andando forte e che ha cantato sul palco del Primo Maggio a Roma. Con Cristiano De André ha parlato della difficoltà di esprimersi, ma emerge anche l'eterno amore e odio che gli artisti hanno con la città di Genova "dove si torna sempre, un motivo ci sarà". Gli fa eco anche Tedua, Mario Molinari, che spiega come con Gino Paoli sia subito nata un'intesa: "E' stato appagante e sicuramente emozionante: è come ascoltare un maestro a scuola, mi sono sentito come un bimbo in piedi alla lavagna: il fatto di sentirmi nella sua stessa frequenza - malgrado la differenza di età - è quello che mi è rimasto più di tutto". 

"Si è sempre definito il rap come il cantautorato 2.0, siamo orgogliosi di portare avanti questa tradizione"

Ed è per questo motivo che anche i rapper avranno il loro spazio in quella che sarà la Casa dei Cantautori di Genova. Non a caso il film inizia con le parole di Vittorio De Scalzi all'abbazia di San Giuliano, dove Regione Liguria sta portando avanti il progetto di realizzare uno spazio espositivo che renda omaggio alla tradizione musicale del cantautorato genovese e italiano. "Ricordo il progetto 'Cantautori' nelle scuole: per parlare ai giovani dei nostri cantautori, abbiamo capito la necessità di passare dai rapper, per incuriosirli e arrivare a loro attraverso una comunicazione efficace", spiega l'assessore alla cultura Ilaria Cavo. "Per primo Gino Paoli sottolineò il binomio e questo accostamento lo troveremo anche nel percorso museale. Anche per questo motivo abbiamo deciso di sostenere con i fondi del Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale, la realizzazione di questo film". 

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https://www.youtube.com/embed/Lg_eRHBsGFE  GENOVA - Tedua e Gino Paoli, Izi e Dori Ghezzi, Bresh e Cristiano De André, Marracash e Ivano Fossati: è l'incontro tra due generazioni, tra due scuole, tra due modi di fare musica che in fondo non sono così diversi. Così il docufilm "La nuova scuola genov