Cultura e spettacolo

E’ l’unica sezione del Festival aperta a tutti. In programma vecchi classici
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Se il festival di Cannes è assolutamente off limits per il comune mortale, nel senso che le proiezioni ufficiali sono riservate soltanto agli addetti ai lavori e a coloro che vengono forniti di biglietti direttamente dalle case di produzione, una sezione però è assolutamente democratica. Gratuita e aperta a tutti. Ma proprio a tutti. E' quella ospitata in un tratto di spiaggia della Croisette a circa trecento metri dal palazzo del cinema. Una spiaggia che come molti altri tratti di questa splendida promenade è assolutamente libera: non si paga alcun biglietto né per prendere il sole né per fare il bagno ed è ovviamente fornita di docce e servizi.

Qui, all'imbrunire, su quello che di giorno è semplicemente uno scheletro di ferro viene posizionato uno schermo, sulla sabbia vengono sistemate decine e decine di sedie a sdraio (ma ci si può sedere tranquillamente anche sulla sabbia), se qualcuno avesse freddo ci sono addirittura coperte a disposizione perché non è che di questi tempi la sera il clima sia proprio ideale, et voilà, ecco il ‘Cinema de la plage’, una delle esperienze più divertenti che si possano vivere durante il Festival.

Alle 21.30, ogni sera, per tutta la durata della manifestazione si proietta un film e non pensate che siano pellicole di serie B. La maggior parte sono infatti titoli importanti, anche spettacolari, alcuni dei quali entrati nella storia del cinema. A partire da ‘Fuori orario’ che Martin Scorsese girò nel 1985 e che presentato proprio a Cannes vinse il premio per la regia, uno dei tanti capitoli nel viaggio intrapreso dal regista italo-americano all'interno di quella grande metropoli che ha ritratto in alcune tra le sue più celebri pellicole, da 'Mean streets' a 'Taxi driver'. Ci sono poi, tra gli altri titoli, 'Il fantasma del palcoscenico' di Brian De Palma, un adattamento molto libero di temi provenienti da capolavori come 'Il fantasma dell’opera', 'Il gobbo di Notre Dame', 'Faust' e 'Il ritratto di Dorian Gray', un piccolo gioiello ricco di colpi di genio, trovate originali, citazioni ed autocitazioni colte e ironiche; ‘Porco rosso’, del maestro del cinema di animazione giapponese Hayao Miyazaki, che racconta di un asso dell’aviazione militare italiana che in seguito ad un misterioso incidente durante la Prima Guerra Mondiale assume per magia l’aspetto di un maiale antropomorfo che combatte contro il fascismo per la salvaguardia dell’umanità e la riconquista di un perduto amore e in conclusione di rassegna la versione restaurata di 'Trainspotting' di Danny Boyle, tratto dal romanzo omonimo di Irvine Welsh e anche questo presentato qui fuori concorso nel 1996. Insomma, anche questo è Cannes. Anche questo è festival.