Cultura e spettacolo

Musicista, autore, arrangiatore, produttore, direttore d'orchestra: al "suo" numero 58 di Corso Torino nacque la scuola genovese con Bindi, De André, Lauzi, Paoli, Calabrese e Tenco. E nella sua lunga carriera collaborò con Dalla, Celentano e Mogol
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GENOVA - Grande musicista, autore, arrangiatore, produttore, direttore d'orchestra: a 89 anni è mancato Gian Franco Reverberi, genovese che ha fatto parte della grande Scuola Genovese degli anni Sessanta, composta da Umberto Bindi, Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Giorgio Calabrese e Luigi Tenco. E nella sua lunga carriera, come ricorda via Facebook l'amico Mario Lavezzi, ha a collaborato con tantissimi artisti tra cui Gino Paoli, Luigi Tenco, Lucio Dalla, Adriano Celentano e Mogol.

Nato a Genova il 12 dicembre 1934, muove i primi passi nella musica proprio dal piccolo appartamento della sua famiglia al numero 58 di Corso Torino, che diventerà polo aggregativo di musicisti. Inizia studiando privatamente pianoforte, poi si appassiona di fisarmonica e inizia a esibirsi in una serie di spettacoli musicali assieme ad altri “bambini prodigio”. Ma lo strumento che lo farà innamorare una volta per tutte sarà poi il vibrafono, regalatogli dal padre, con cui a soli sedici anni entrerà nell'orchestra di Nello Segurini al Lido di Genova.

Assieme al fratello, ospitava le sessioni musicali della Scuola Genovese che radunò quello che era un gruppo di amici promettenti provenienti dal quartiere della Foce. Poi, negli anni della leva militare, forma prima un quartetto e poi un trio jazz con Giorgio Gaber alla chitarra e Giorgio Buratti al contrabbasso. Negli stessi anni assieme a Gaber fonda il primo gruppo rock and roll italiano, con Adriano Celentano come frontman, assieme a Enzo Jannacci, Paolo (Pallino) Tomelleri, Nando De Luca e Luigi Tenco. Salpa poi a bordo della nave Olimpia per un giro del mondo che salpava proprio da Genova. 
 
Una volta terminata questa esperienza all'interno dell'orchestra della "crociera dei miliardari", con i "soliti" amici Jannacci, Tomelleri, De Luca e Tenco, forma I Cavalieri. E questo sarà solo il primo avvicinamento alla casa discografica Radio Record Ricordi, di cui diventerà vicedirettore artistico a soli 23 anni. 
 
 
Al Festival di Sanremo dirige i brani di Nicola Di Bari, vincendo ben due edizioni nel 1971 "Il cuore è uno zingaro" e nel 1972 "I giorni dell'arcobaleno", mentre nel 1970 "La prima cosa bella", pur non vincendo si rivelerà il più venduto dell'anno. Manager, arrangiatore, compositore, musicista e direttore d'orchestra, svolse tournée in tutto il mondo, dall'Europa al Giappone, dall'Australia al Sud America.
 
Compose anche diverse colonne sonore per film. Ma non dimenticò mai la sua Genova e le sue origini, scrivendo una serie di splendide canzoni in lingua genovese, interpretate e rese note sia da Natalino Otto che da Bruno Lauzi, tra le quali si ricordano "O Frigideiro", " A Bertoela", "Madaenn-a", "Ario", "Bossa figgeu" e che sono entrate a far parte della cultura musicale e linguistica genovese.
 
Tra le sue ultime apparizioni, quella nel docufilm "La nuova scuola genovese" di Claudio Cabona in cui dialoga con il produttore rap Demo. Una bella conversazione che sottolineava proprio l'aspetto dell'amicizia che univa gli artisti di allora e che unisce i giovani rapper di oggi, amicizia alla base per scrivere quella canzone d'autore che fa parte della storia musicale italiana e che oggi fa crescere nuovi talenti. 
 

https://www.instagram.com/p/C12CwVaIvGl/

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