Cultura e spettacolo

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ARENZANO - Le imprese di un grande campione del ciclismo trasportate sul palcoscenico: sarà il compito di Davide Mancini quello di trasformare una sedia in una bicicletta e impersonare Costante Girardengo, che si materializza davanti a un giovane giornalista, incaricato di scrivere un articolo sugli scandali del ciclismo moderno. Recatosi a un museo della bicicletta per recuperare informazioni, 'incontrerà' Girardengo e, grazie ai suoi racconti avventurosi, non riuscirà più a screditare il ciclismo e finirà per innamorarsene. Lo spettacolo, in scena ad Arenzano al Teatro Sipario Strappato, nasce dieci anni fa con l'idea di Lazzaro Calcagno e Marco Rinaldi, che sono gli autori del monologo che del primo campionissimo italiano ciclista di Novi Ligure. 

"Mi hanno proposto questo monologo e dopo una lettura, nonostante il mio scetticismo, perché è sempre molto complicato parlare di sport a teatro, ho accettato la sfida". Racconta a Primocanale l'attore classe 1987 Davide Mancini, diplomatosi alla scuola di teatro intitolata a Mariangela Melato. "Parleremo nella sua prima grande impresa a 15 anni contro Dorando Pietri, l'eroe della maratona di Londra. E cosa ci accomuna?"

"Ci accomuna la costanza che, come dice lui, costante di nome e di fatto, perché quando si mette in testa è una cosa costante e Girardengo la ottiene. Lo stesso per un attore. Serve la costanza, la determinazione, perché è un lavoro che ti mette sempre un po' a contatto con il tuo io più profondo"

Lo spettacolo ha ottenuto il patrocinio della Federazione Ciclistica Italiana e punta a girare l'Italia. Un racconto quasi epico di una vita straordinaria. E pensare che il padre non voleva che Girardengo facesse questa professione. "Abbiamo una data molto importante in Puglia il primo marzo. E c'è da dire che in occasione del 30esimo anno dalla nascita di Costante Girardengo non sarò solo sul palco, ma ci sarà un ospite speciale". 

Protagoniste saranno le salite, tra cui le sue preferite come quella della Milano Sanremo. "Pensate che nel Giro d'Italia, nel 1914, Costante Girardengo vince a Lucca-Roma di 430 km dopo 16 ore di pedalate. Una volta scrive una lettera alla Gazzetta dello Sport, dove sfida tutti i corridori del mondo ad affrontarsi ed affrontare salite come il Colle del Galibier. Ci sarà la fatica, ci sarà il sudore e 1 ora di tanta, di tante pedalate e tanto sacrificio".

"E poi la Milano-Sanremo. Quella è stata la corsa che ha amato sempre di più. Ne ha vinte sette, anche se in verità dicono tutti che sono sei. Ma non vi svelo troppo perché questo lo scoprirete nello spettacolo"