VENEZIA - È la vigilia del Capodanno del 2000. Nell’aria aleggiano teorie complottiste, incertezze sul futuro e la grande paura che il mondo possa finire da un momento all'altro. Si sta per lasciare il vecchio secolo alle spalle con una grandissima voglia di entrare in questo misterioso ma affascinante nuovo millennio pronto a stravolgere e rivoluzionare la vita delle persone. Siamo in un lussuoso hotel svizzero a Gstaad, un resort idilliaco sulle Alpi che diventerà sempre meno magico di minuto in minuto mentre orde di personaggi viziati ed esigenti si registrano per festeggiare in grande stile.
Ci sono russi con valigie piene di soldi, un ex pornostar, un uomo d'affari che sta organizzando loschi intrallazzi finanziari, una famiglia ceca che potrebbe o non potrebbe essere imparentata con lui, una marchesa amante dei cani con la passione per il caviale, un chirurgo plastico che ha lavorato sui volti di almeno la metà degli ospiti, un anziano miliardario con la moglie ventenne amante dei pinguini ed altri elementi stravaganti e bizzarri. Lo staff dell'hotel fa del suo meglio per soddisfare le loro richieste e prendersi cura di una marea di contrattempi e quando finalmente arriva la mezzanotte…. non accade nulla!
È difficile credere che siano passati più di 60 anni da quando Polanski scrisse insieme a un altro grande regista polacco, Jerzy Skolimowski, un film come ‘Il coltello nell’acqua’ ma è ancora più difficile credere che questi due giganti del cinema internazionale si siano riuniti per inventare una farsa terribile e senza gioia basata sul sottogenere “satira sugli ultra ricchi” che da qualche tempo prospera sullo schermo, basti pensare al ‘Triangolo della tristezza’ di Ruben Ostlund che l’anno scorso ha vinto la Palma d’oro a Cannes. E’ su questa scia che vorrebbe inserirsi ‘The Palace’ che però è di cattivo gusto e per nulla divertente. Eppure molti dei precedenti lavori di Polanski avevano messo in mostra un tipo di umorismo oscuro e surreale, vedi ad esempio ‘Per favore non mordermi sul collo’, storia di vampiri non particolarmente riuscita ma che rispetto a ‘The palace’ sembra un film di Lubitsch. Persino ‘Rosemary's Baby’ aveva un tocco mordace e uno spirito nero ma evidentemente quando la sua commedia non affonda le radici nel dramma, Polanski gira a vuoto.
Il problema più grande è una sceneggiatura che non ha la minima idea di dove indirizzare la storia e niente è lontanamente divertente: ci sono allusioni oscene, battute sfacciate sull'Alzheimer, un umorismo scatologico, milionari ubriachi che cadono a faccia in giù nel caviale, vomitano nelle limousine e urinano sulle luci di Natale. Data l’ambientazione, si può parlare di un film che indossa il cattivo gusto come una pelliccia di visone costringendo lo spettatore a guardare i personaggi diventare sempre più ubriachi, più rumorosi e più sgradevoli fino a quando non arriva la mezzanotte e scoppiano i fuochi d'artificio. Abbiamo visto cinepanettoni di gran lunga migliori.
Per chi ama Polanski come me spiace dover dire che ‘The Palace’ è tra le cose peggiori che abbia mai realizzato e personalmente mi auguro che a dispetto dei suoi novant’anni trovi la forza e i finanziamenti per girare un nuovo film perché se questo finisse per essere il suo ultimo sforzo sarebbe davvero un delitto porre fine così ad una carriera che include alcuni dei più grandi capolavori del cinema moderno.
IL COMMENTO
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