Il 28 luglio alle 21 con lo spettacolo “Trallallero Levantìn” prende il via la prima serata del progetto denominato “Sonorità mediterranee” che si svilupperà in tre concerti nel segno della sonorità del Mediterraneo, passando per Genova. Oltre a Trallalero Levantìn, il 5 agosto sempre alle 21 verrà realizzato “Mare Nostrum, Grande Madre” del gruppo Le tre sorelle, spettacolo con canti e ritmi della tradizione del meridione italiano e infine il 23 settembre “Dal Mediterraneo alle Alpi”, un viaggio nel territorio e nella storia d'Italia, nel quale il gruppo Maccaja Swing esplora il mondo dei cantautori italiani.
Orchestra Bailam e Canterini Genovesi presentano il nuovo Album Trallalero Levantìn, continuando a ripercorrere il precedente Album Galata e questo nuovo lavoro vuole ribadire l’impegno sulle tematiche migratorie di ieri e di oggi e sull’importanza delle idee in movimento.
Un viaggio a ritroso, nelle città levantine di Smirne, Salonicco, Istanbul, dove la presenza italo-genovese ebbe una notevole importanza, tanto che fino a metà ‘800 le lingue commerciali di comunicazione più usate erano l’italiano e la lingua franca “sabir”. I levantini erano gli eredi dei mercanti genovesi e veneziani insediati fin dal XII secolo nei più importanti porti mediorientali e che, dal XVIII secolo, crearono un tessuto sociale cosmopolita, grazie a un sistema particolare di accordi socio/commerciali con l’Impero Ottomano. Il risultato fu la nascita di una cultura particolare, di origine europea e al contempo beneficiaria delle eredità cristiane, ortodosse, ebraiche e musulmane. Una realtà in cui greci, turchi, ebrei, arabi, italiani, armeni, inglesi, francesi, russi, nonostante le differenze e le alterne rivalità, mantennero sempre un ponte anche nei momenti più difficili, che andò ad interrompersi solo con l’affermarsi delle derive nazionaliste del ‘900.
A metà Ottocento i levantini di origine genovese a Galata erano circa 6000 e a Smirne se ne contavano 2000. Ancora oggi, nonostante i numeri siano notevolmente ridotti, esiste una realtà culturale levantina molto attiva a Smirne e a Istanbul, fatta di memoria ma anche di vitale presenza che è riuscita a mantenere un legame tra passato e presente.
È in questo contesto che si inserisce l’interpretazione mediorientale del canto trallalero, attraverso un dialogo fra le voci della tradizione genovese e l’Orchestra Bailam. Un’invenzione artistica che è interscambio culturale all’interno del cammino della musica popolare: non solo tutela della tradizione, ma anche punto di partenza per nuove aperture di crescita e di convivenza, un’innovazione che vuole diventare tradizione del domani.
IL COMMENTO
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